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Questa mattina al 212 verrà ufficialmente presentato l'uomo che per la prima volta in oltre 70 anni di storia potrebbe strappare al Sistema di potere di centrosinistra, la città di Modena. Eppure quello di Stefano Prampolini, nome scoperto in anticipo proprio da La Pressa che per questo è diventata improvvisamente il giornale avversario della Lega, è solo un volto, un esperimento creato a tavolino, un profilo dietro il quale si nasconde non un partito (la Lega a Modena, commissariata, di fatto non esiste come struttura) ma una persona: l'impiegato della Regione Stefano Vernole.
Vernole, classe 1969, è assunto nella segreteria particolare del gruppo Lega con contratto in scadenza a fine legislatura, ma in Regione lavora già dal 2007. Nel volume 'Modena vista da destra' di Bruno Zucchini viene descritto così: Segretario del Fronte della Gioventù di Modena dal 1992 al 1995, Vernole caratterizza la propria azione politica su posizioni antiamericane e anticapitaliste, rifiutando l'etichetta di 'destra'.
Particolarità del Fdg in quegli anni sono i volantinaggi effettuati dai suoi militanti con keffiah palestinese al collo. Esce dal Msi subito dopo il congresso di Fiuggi seguendo i destini di Rauti fino al 1999. Dal 2000 esce completamente dall'Area e scrive di geopolitica per la rivista 'Eurasia' (di cui oggi è anche responsabile relazioni esterne) mantenendo comunque una attitudine militante e organizzando presidi anti Nato davanti alle basi statunitensi in Italia
.
Oggi, dunque, non viene presentato il pensiero del mite commercialista Prampolini (un po' leghista e un po' cattolico con trascorsi nel Cdu di Buttiglione), ma il pensiero elaborato dall'ex Msi Vernole e sottoscritto dal circolo culturale La Terra dei Padri i cui membri si affrettano infatti in ogni dove ad appoggiare il Carroccio locale. Un pensiero anche raffinato (abbiamo pubblicato in anteprima il programma), ma per nulla condiviso con gli alleati che oggi siederanno a quel tavolo come tante comparse.
Mute e silenziose al cospetto di Sua maestà Lega (la stessa Lega, ricordiamo, che vede alcuni esponenti - i nomi non sono ancora noti - indagati per il caso dossieraggio a Carpi).
Muti e silenziosi, spaventati dal poter essere cacciati con l'ìnfamia come il povero (si fa per dire) Carlo Giovanardi, che ancor prega inutilmente di poter esser riaccolto nella casa leghista. Muti e silenziosi come pecorelle indifese, in fila e schienate senza condizioni rispetto al volere della Lega. Perchè il dialogo nella caserma leghista non esiste: o si accetta tutto o si è fuori. Le singole parole dei candidati devono avere il ‘sì’ di Vernole, come spiegato da una coraggiosa fuoriuscita, Anna Beatrice Borrelli. Non si tratta col capo, e immaginare di farlo per mediare, per il bene collettivo, per la difesa della propria identità stessa è lesa maestà. E di grazia non essere presi a pedate ugualmente. Di grazia non far la fine di Giovanardi. Che poi se uno insiste... Si infanga chiunque.
Così fa un po' tenerezza vedere Forza Italia umiliata a Sassuolo e costretta a rinunciare all'eccellente Emanuel Manfredini, stare lì ad applaudire alla Lega a Modena. E fa tenerezza pure Fratelli d'Italia che solo il candidato di Maranello chiedeva, ma inutilmente, accettare tutto sotto la Ghirlandina. E fa tenerezza l'ex candidato sindaco Giuseppe Pellacani spacciarsi per civico insieme alla ex forzista Mazzacurati, pur di stare al tavolo che conta. E fanno tenerezza i nuovi catto-leghisti pronti a difendere il Papa, il vescovo, il prete e le suore quando si parla di fine vita o di divorzio, ma pronti ad attaccare Gesù Cristo stesso, pur di compiacere i respingimenti salviniani. Una maschera per ogni occasione, per poter essere della partita. Per potersi spartire la torta in caso di vittoria. L'annullamento della identità scambiato per unità.
E chi, tra i modenesi, aspettava da anni una alternativa vera, forte, liberale, a quel Moloch rappresentato dal deprimente sistema di potere Pd-istituzioni-economia coop e non solo, chi guardava ai padri nobili del centrodestra modenese con affetto (all'avvocato Vittorio Rossi recentemente scomparso su tutti) deve adattarsi a questo. Accettare che l'alternativa all'unica alternativa non esista. Nemmeno mediata. 'O così o si fa un piacere a Muzzarelli' - questo è il nuovo mantra. Tutto banalizzato, tutto appiattito. Tutto rosso o nerissimo, con anche i 5 Stelle arresi all'idea e pronti a rinunciare a Rebecchi per candidare un uomo vicino alla Lega come Giordani. Quasi che l'unica alternativa al pensiero unico sia il nuovo pensiero unico, l'unica alternativa a una prigione, sia una prigione di un altro colore.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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