Il Comitato Norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il Premio Nobel Per La Pace 2025 a Maria Corina Machado, leader delle forze democratiche del Venezuela. Il premio “per il suo instancabile lavoro nella promozione dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia”. Negli ultimi giorni era stato fatto anche il nome di Donald Trump, tra i papabili vincitori, per via degli sforzi compiuti dal presidente americano per portare la pace in Medio Oriente e tra Russia e Ucraina.
Maria Corina Machado, ingegnere, politica e attivista venezuelana classe 1967, è fondatrice dell’associazione civile Sumate ed è ritenuta espressione di quella parte della popolazione venezuelana che si oppone al governo del presidente Nicolas Maduro, accusandolo di aver instaurato un regime autoritario e di aver falsificato i voti dell’ultima elezione presidenziale, rivendicando invece la vittoria dallo sfidante Edmundo Gonzalez Urrutia. Quest’ultimo era parte di una piattaforma politica condivisa con Machado.
Come hanno evidenziato da Oslo, “Machado era la candidata alle presidenziali del 2024, ma il regime ha bloccato la sua candidatura, e quindi Machado ha dovuto sostenere il leader di un altro partito, Edmundo Gonzalez Urrutia. Allora, centinaia di migliaia di volontari si sono mobilitati e sono stati formati come osservatori del voto, per assicurare elezioni trasparenti e giuste, e per questo sono andati incontro ad abusi, arresti e torture”.
Come fondatrice del movimento Sumate, “Machado si è sollevata per elezioni libere e giuste oltre cent’anni fa. Come lei stessa disse, ‘It’s a choice between ballots or bullets'”, ossia “è una scelta tra i seggi e le pallottole”. Da allora si batte per “l’indipendenza della magistratura, diritti umani e rappresentanza popolare, spendendo anni per la libertà della sua popolazione”.