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Il sindaco Muzzarelli avuta la notizia che il suo maggior sfidante, Stefano Prampolini, si ispira a Ludovico Antonio Muratori, nato a Vignola nel 1672, ha incaricato il suo assessore fantasma alla cultura, Gianpietro Cavazza, di trovargli un mentore.
Da quasi cinque anni Gianpietro Cavazza è, a sua insaputa, al vertice dell’assessorato alla cultura modenese, e appare, a intervalli non sempre regolari, al tocco di mezzanotte nella Sala dei Torresani della torre Ghirlandina. Per l’occasione, nell’ultima apparizione ha abbandonato le solite vesti prese a prestito di Amleto, e, conscio dell’importanza delle imminenti elezioni, con un esorcismo solenne in funzione elettorale, ha invocato Pericle, già ‘collega’ di Muzzarelli in quanto anche lui fu “Primo cittadino”, e gli ha chiesto il testo del suo discorso agli ateniesi del 431, a.C.
Testo particolarmente adatto al sindaco, Muzzarelli, poiché si discosta dalle opinioni di uno studioso, ma anche prete, qual era Ludovico Antonio Muratori, cui s’ispira, come detto, il cattolico leghista Prampolini.
L’assessore fantasma, consapevole di una realtà che tutti conoscono, e cioè che nessun giornalista dell’affollato ufficio stampa comunale sarebbe stato in grado di capirci qualcosa, e tantomeno di tradurlo o di adattarlo alle esigenze del suo sindaco, l’ha richiesto in lingua italiana. Muzzarelli, abituato a fare da solo ogni cosa, l’ha poi adattato alle sue esigenze elettorali.
“GIAN CARLO MUZZARELLI, DISCORSO AI MODENESI, 2019 d.C.”
Qui a Modena noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, purché non ostili al partito: e per questo, viene chiamato democrazia.
Qui a Modena noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia uguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza quando è ideologicamente dalla nostra parte.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza d’altri, chiamato a servire la Comunità, purché abbia aderito al nostro Partito Democratico, non come un atto privilegio, ma come ricompensa al merito di essere uno dei nostri, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui a Modena noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana: noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, nell’ambito delle regole fissate dal nostro Partito Democratico. Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo con la nostra vigilanza politica che si estende dai luoghi di lavoro fino ai quartieri e ai caseggiati. Un cittadino modenese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private senza una decisione del partito.
Qui a Modena noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i dirigenti del partito, i suoi regolamenti e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggerli se ricevono offesa. E ci è stato insegnato anche di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che il nostro partito riconosce essere di buon senso.
Qui a Modena noi facciamo così.
Un uomo che non s’interessa con intento di collaborazione al nostro partito noi non lo riteniamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti gli appartenenti al nostro partito, qui a Modena, sono in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione, se si svolge nel partito, come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Modena è la scuola della Regione Emilia Romagna rossa, e che ogni modenese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, fiducia nei dirigenti del Pd, e in se stesso; e la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione di pericolo per il partito; ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Mai: lo accogliamo con le nostre cooperative, gli assegniamo le nostre case popolari, lo integriamo riconoscendo a esso un reddito minimo per il sostentamento e la rateizzazione dei costi del barcone per il viaggio. Daimò che avanti insieme passiamo dalle idee ai fatti .
Qui a Modena noi facciamo così.
Adriano Primo Baldi
