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Ho ricevuto due lettere da un’amica intelligente, sensibile, dalla faccia e dall’anima pulita. Con la dovuta autorizzazione informo i lettori. I modenesi la conoscono come presidente dell’Associazione RelArte e per essere stata scelta dalla Lega come candidata al Consiglio comunale, si tratta di Anna Beatrice Borrelli. Nella prima lettera mi ha scritto testualmente:
“La decisione della Lega di sbattere fuori Idea Popolo e libertà non la condivido. Ho chiesto spiegazioni. Ma il mio interlocutore invocando motivi di privacy, non può dirmi perché questa decisione è stata presa”. (E’ quantomeno bizzarro non dire a un candidato le ragioni politiche di una decisione che in tutti i partiti che abbiano un minimo di pratica democratica dovrebbe essere una decisione collegiale, discussa in primo luogo proprio con i candidati che si apprestano a rappresentare il partito nelle istituzioni).
Poi prosegue: “… e se domani decidono che anche la lista di Forza Italia non gli piace, che fanno buttano fuori anche quelli? Mi è stato detto anche che quell'articolo sul Carlino che riguarda la sanità, a firma mia, è l'ultimo che scrivo senza prima farlo approvare dalla Lega. Cosa vuol dire? Che entro in una 'caserma'? Che non ci sarà più libertà di pensiero? Non lo so... è difficile.” Questo passaggio è degno di particolare attenzione perché denuncia una pratica zdanovista degna di un ritrovato Minculpop.
Credo giusto far sapere che, per una strana coincidenza, il datore di lavoro di Anna dopo 25 anni ha interrotto il rapporto di lavoro. Forse non ha affatto gradito la scelta della sua dipendente di impegnarsi in politica.
Con questi pensieri Anna Beatrice Borrelli ha preso la decisione, che ormai tutti i modenesi conoscono, e con una lettera sobria ma piena di amarezza e riflessioni, ha rinunciato alla candidatura quantomeno nella Lega.
Poiché sono assente da Modena, nell’informarmi, in nome della nostra amicizia, mi ha inviato quest’altro scritto che trasmetto al lettore senza alcun commento perché quando l’anima è ferita si innesta una specie di ribellione che la riscatta.
Caro Adriano,
sono giorni difficili: la mancanza del lavoro, la mancanza di certezze...
Io che non ho mai sofferto di solitudine, anzi, ora mi sento sola. Ma vorrei che tu riuscissi a comprendermi bene. E' una solitudine di ideali, di condivisione, di sguardi complici, di parole non dette eppure comprese, di appoggio e di conforto, di progettualità. Forse è difficile da spiegare. Resto sempre ferma e salda e col sorriso dinanzi a tutto ciò che non mi piace, che mi provoca dolore o mi offende.
Devo ammettere che sul lungo termine quest’atteggiamento lo paghi caro.
Leggo i giornali e mi arrabbio. E mi chiedo come si possa restare indifferenti a certe prese per i fondelli. Da una parte gli amministratori di questa città che credono ancora di farci fessi con la storia dell'inceneritore, con l'ampliamento dell'Ipercoop, con la Messa in Duomo affianco al Vescovo, ecc... Dall'altra, personaggi che non hanno altri argomenti al di là della sacrosanta richiesta di 'sicurezza' .
Ma dove vogliamo andare? Come glielo spieghiamo a questi personaggi che per cambiare davvero ci sono anche altri argomenti che si dovrebbero affrontare?
Ma questi lo sanno che, per esempio, la cultura, quella vera, fatta di storia e musica, di arte e di poesia, di scienza e filosofia, è la base di tutti i comportamenti?
Come glielo spieghi che l'analfabetismo ha reso il meridione d’Italia quello che è ora? Per secoli hanno lasciato volutamente nell'ignoranza generazioni di contadini, pescatori, artigiani rei solo di essere nati al di sotto di Roma, perché l'ignoranza rende gli uomini plagiabili, creduloni, fessi. Gli farei leggere Il Gattopardo, I Vicerè.
E ora vogliamo fare lo stesso con il nord? Lasciandoli alla mercé del mezzo televisivo che ti rende ignorante a forza di non farti pensare ma solo vedere? Ma per favore...
Che scoramento, che tristezza!
A presto caro amico.
Anna Beatrice Borrelli
Adriano Primo Baldi
