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Un Albo che riconosca le aziende “Gender Label” della Città metropolitana di Bologna e delle Province di Modena e Ferrara. La proposta è stata avanzata questa mattina dal sindaco metropolitano Virginio Merola nel corso dell’incontro “IMAgining a different training, buone pratiche di genere per un’azienda che ascolta' che si è tenuto presso il Centro Servizi di IMA a Ozzano dell’Emilia (Bologna) e che ha visto gli interventi, tra gli altri,del Presidente e Amministratore Delegato di IMA e Presidente di Confindustria Emilia Alberto Vacchi, dell’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, dell’Assessora alle Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti, della Direttrice dell’Ufficio per gli interventi in materia di parità e pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri Monica Parrella e di molte imprese del territorio tra cui FAAC Group, ALSTOM, DVP Vacuum Technology, Longari & Loman, YOOX-Net A Porter Group e Illumia.
“La Città metropolitana di Bologna - ha spiegato il sindaco Virginio Merola - vuole affermarsi come territorio socialmente responsabile, facendo di questa capacità un brand distintivo, che abbia un valore anche a livello reputazionale. Le buone pratiche che già oggi sono adottate da imprese particolarmente sensibili e responsabili devono poter essere volano per altre aziende, in particolare per le reti di piccole e medie imprese”.
Il progetto di sviluppo della Responsabilità Sociale, con una forte attenzione alle politiche di genere lanciato dalla Cittàmetropolitana prevede un “sistema premiante”che possa da un lato riconoscere l’impegno delle aziende responsabili e dall’altro agire da stimolo di diffusione territoriale di azioni concrete.
Tra i requisiti per far parte dell’Albo: eguale retribuzione per eguale mansione, eguali opportunità di accesso/Non-discriminazione, eguali opportunità di mantenere il posto di lavoro lungo il ciclo di vita (anzianità, abbandoni), opportunità di sviluppo di competenze/Eguali opportunità di avanzamento in posizioni di responsabilità e leadership, eguale distribuzione orizzontale (tra i settori) e verticale (tra i livelli d’inquadramento, fino agli organismi di governance), pratiche di conciliazione vita-lavoro per donne e uomini, trasferimento buone pratiche ad altre aziende nel proprio contesto territoriale.
Redazione Pressa
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