Care compagne e cari compagni,
fra poco più di tre mesi gli elettori modenesi saranno chiamati a votare per eleggere il Sindaco e il Consiglio comunale.
Noi ci presentiamo insieme con un consuntivo di buon governo, ma tutt’intorno soffia un vento gelido.
Sarà un appuntamento storico. Per la prima volta, dal secondo dopoguerra del secolo scorso, la destra, una destra lontana dai principi di uguaglianza e solidarietà che hanno orientato la nostra comunità dalla Liberazione in poi, potrebbe conquistare la guida del Comune. Naturalmente non è l’alternanza di governo che mi preoccupa, perché è una regola della democrazia. Mi preoccupa invece una politica a trazione leghista che investe sulla paura, sull’egoismo individuale e sociale e sullo scontro ideologico, sul “diritto” dei più forti; che alimenta la xenofobia e non combatte il razzismo.
Io non credo che il futuro di Modena si possa costruire su simili basi e, del resto, la politica del Governo giallo verde non sta risolvendo i problemi, li sta agitando in una perenne campagna elettorale e non ha risposte contro la nuova frenata dell’economia.
Tuttavia la denuncia non basta. La sinistra, i democratici, i liberaldemocratici e i cattolici progressisti devono offrire risposte più vere e più convincenti alla domanda di sicurezza, di lavoro e di diritti che sale dalla società, facendo tesoro degli errori e delle sconfitte di questi anni e girando la pagina della lunga e dannosa egemonia liberista in Italia e in Europa.
Modena è in movimento. E’ un merito prima di tutto dei modenesi, ma anche nostro. Insieme abbiamo difeso il welfare, investito sulla scuola e il sapere, sulla sicurezza e sulla smart city, sulla rigenerazione urbana, sulla cultura, i grandi eventi e il turismo. Insieme abbiamo avviato la riforma della politica urbanistica, per rispondere alla domanda di alloggi per le giovani coppie, gli studenti universitari e le fasce deboli della popolazione, dentro una pianificazione in grado di arrestare il consumo di suolo e di sviluppare una città compatta e verde.
Sappiamo bene che non basta. C’è un grande lavoro da fare per la crescita qualitativa: contro il precariato, per la piena occupazione e per la dignità e la sicurezza del lavoro; contro la criminalità diffusa e i tentativi di infiltrazione mafiosa; per ridisegnare la mobilità e migliorare la qualità dell’aria; per combattere le disuguaglianze, a partire dalla scuola; per l’integrazione degli stranieri, che non vogliamo abbandonare al lavoro nero e alla criminalità organizzata; per spingere la ricerca, l’innovazione tecnologica, la nascita e lo sviluppo delle imprese.
Abbiamo in mente una città nuova e rigenerata, e ci siamo già incamminati, mantenendo salde le radici. Noi le idee le abbiamo e abbiamo dimostrato che siamo capaci di tradurre le idee in fatti.
Io penso che insieme ce la possiamo fare.
Gian Carlo Muzzarelli