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Punti nascita, Bonaccini a Roma per riaprirli: 'Non sia solo uno spot'

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Incontro oggi del governatore della Emilia Romagna con il ministro Speranza. Bargi: 'Finora allora Bonaccini ha mentito alla collettività?'


Punti nascita, Bonaccini a Roma per riaprirli: 'Non sia solo uno spot'
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Oggi il presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha incontrato il ministro della Salute, Roberto Speranza: in agenda c'è anche la ridiscussione dei criteri per il mantenimento dei punti nascita. 

“Sui Punti nascita ho chiesto al ministro Speranza un incontro specifico con le Regioni. Rappresentano un tema cruciale per i territori ma la loro attività dipende da parametri fissati a livello nazionale. Per questo vogliamo approfondire con lui la ricaduta sociale che la chiusura di alcuni Punti nascita, sulla base dei parametri oggi in vigore, sta comportando sulle comunità locali, in particolare nelle zone montane e nelle aree interne. Le Regioni sono pronte al confronto sull’eventuale revisione di tali parametri, qualora dovesse rivelarsi necessaria.

Un confronto che deve partire dal garantire la sicurezza delle mamme e dei bambini, sulla base di pareri tecnici e scientifici della comunità medica, ma in Emilia-Romagna, come ho già detto, la Regione è disposta a garantire le strutture e il personale necessario per i Punti nascita in cui oggi l’attività è sospesa qualora dovessero cambiare i requisiti richiesti” - afferma Stefano Bonaccini in una nota.


La Lega

“Il viaggio a Roma del governatore Stefano Bonaccini non sia solo uno slogan da campagna elettorale, quanto un'opportunità per riaprire i punti nascita di Borgo Val di Taro, Castelnovo né Monti e Pavullo nel Frignano, nonché togliere dal filo della deroga sui quali sono sospesi quelli di Cento e Mirandola, provvedendo agli adeguamenti operativi e di personale. E’ tempo di ridare sicurezza vera e dignità alle donne di montagna”. Stefano Bargi, capogruppo della Lega in Emilia Romagna, commenta così l’incontro.

“A poche settimane dalle elezioni regionali – sottolinea il leader del Carroccio – Bonaccini sostiene che basti un un semplice accordo politico, mentre nel corso degli ultimi 4 anni non ha fatto altro che cercare di motivare la sua decisione di chiudere tutti i punti nascita in montagna con la logica del “i numeri sono numeri” e che “la sicurezza delle partorienti viene prima di tutto”, nonostante, dal giorno della chiusura ad oggi, si contino svariati casi di parti avvenuti per strada e di trasferimenti in elicottero dal' Appennino reggiano al nosocomio cittadino. Se il numero di nascite necessario al mantenimento dei reparti – continua Bargi – può essere “magicamente” cambiato grazie ad un “rapido” accordo politico allora vien da chiedersi se, sino ad oggi, il Presidente della Regione abbia mentito alla collettività, rendendo impossibile ai cittadini del crinale il poter mettere alla luce dei figli sul territorio in cui vivono. Una cosa è certa: mi auguro che l'incontro odierno possa mettere fine allo scandaloso gioco allo scarica-barile e al rimpallo di competenze cui abbiamo assistito sino a oggi. Se la maggioranza che Governa la Regione non è in grado di garantire la salute della nostra gente e a quella dei nascituri del crinale, significa che è ora che vada a casa. Non è infatti più accettabile né tollerabile che in Emilia-Romagna, una delle regioni volano dell'economia del Paese, i residenti dei comuni montani non abbiano diritto di mettere al mondo figli, se non accettando i rischi connessi al fatto che una partoriente è costretta a dover affrontare decine di chilometri prima di riuscire a trovare una struttura in grado di prendersi cura del termine della gestazione” - conclude il capogruppo leghista.

Nella foto il selfie di Bonaccini 'verso Roma per incontro con Ministro alla sanità Roberto Speranza'

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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