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'Ciò che è successo a Reggio Emilia è frutto di un vaneggio, di valutazioni completamente errate da parte di coloro che, nell'ascolto dei bambini avrebbero dovuto essere dei tecnici e che in realtà non hanno fatto il bene dei bambini, ponendo in atto allontanamenti totalmente ingiustificati, privi di un qualsivoglia supporto e presupposto scientifico, disponibile nella letteratura scientifica internazionale e che evidentemente non è stato rispettato'
Le parole di Marco Zanoli, psicologo giuridico, a La Pressa, denotano una realtà che, se confermata, aprirebbe un altro squarcio inquietante sull'inchiesta relativa agli affidi e sui percorsi di gestione dei bambini presunti vittime di abusi svelate nella provincia reggiana.
In effetti ci si chiede come possa essere possibile che tutto ciò che c'è di non corretto nelle precedure che dovrebbero essere alla base di delicate sedute di ascolto di minori per verificarne il loro essere o meno vittima di abusi (e per fornire al giudice gli elementi utili per disporre o meno di un allontamento forzato), sia avvenuto.
E come tutto ciò possa essere avvenuto 'senza prove' documentate e documentali e, di fatto, senza controlli.
'Esistono delle normative che sanciscono che l'ascolto dei minori nell'interrogatorio e nel colloquio, possa essere registrato e video registrato, per fornire tutti i crismi alla verifica, ovviamente nell'interesse del minore' - procede Zanoli - 'ma è evidente chi ha operato in questo tipo di settore non ha messo a disposizione nulla di tutto ciò, ha agito in maniera completamente autodeterminata e senza dare riscontro del lavoro che stava oggettivamente svolgendo. Una cosa grave. Poi c'è il fatto dei casi: tanti, troppi per una sola area, con numeri - chiude il Dr. Zanoli - al di fuori della realtà'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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