Le condizioni della donna erano soltanto quelle di una gravidanza a termine, quindi senza complicazioni sanitarie. Anche questo, oltre alla preparazione dell'infermiera, l'unica sul posto e sul mezzo 118 in assenza del medico che dalla postazione di Pavullo non aveva fatto in tempo ad arrivare, ha creato la situazione per una vicenda a lieto fine. Ma che ha portato timore paura ed apprensione. Partorire in ambulanza in una piazzola dell'elisoccorso non dovrebbe essere cosa usuale. Così come dovere essere caricate in elicottero con un neonato per una corsa in ospedale. Invece è successo un'altra volta nell'alto Appennino modenese dove dal primo luglio la Ausl di Modena ha cancellato la presenza del medico di emergenza territoriale con sede a Fanano e pronto ad intervenire a supporto dei mezzi 118 nei casi di emergenza. Come quello in oggetto.
I fatti, appresi soltanto in queste ore, riportano a domenica sera quando una donna con gravidanza a termine, si era recata con il marito alla casa della comunità di Pievepelago, sentendo che ormai il momento era arrivato.
Da qui l'allerta al mezzo del 118 con infermiere a bordo, e vista la situazione ormai al limite, all'elisoccorso. Il parto è precipitoso e improvviso. L'ambulanza con la donna a bordo si reca verso la vicina Piazzola predisposta a Pievepelago per l'atterraggio dell'elicottero sulla quale però non può essere caricata una donna in travaglio che da lì a poco partorirà. Ed è così che il mezzo del 118 diventerà ancora una volta in appennino l'ambiente non proprio ideale ma obbligato, in cui partorire. La mancanza di queste condizioni viene così compensata dalla professionalità dell'infermiera a bordo grazie alla quale il parto naturale ha esito positivo e la donna può essere stabilizzata, insieme al proprio neonato, trasportata al Policlinico di Modena dall'elisoccorso.