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Nel caldo dell'estate ma a mente sicuramente più fredda nell'osservazione dei dati della fase 2 e 3 dell'emergenza (ormai non più tale), ci sono grafici che riescono a dare l'esatta dimensione di quanto il pericolo Covid si sia ridimensionato, con l'estate. Perché è da circa un mese che la percentuale di persone che risultano positive al tampone è scesa al di sotto dell'uno per cento. Toccando, intorno al 20 giugno lo 0,3. Un minimo nella drammatica serie storica che a metà marzo aveva registrato il 27,9%. Di tamponi, due mesi fa, se ne facevano meno (anche se la Regione, con i suoi 4-5000 è tutt'oggi ben lontana dagli obiettivi prefissati e promessi da circa 10.000), ma quei pochi che si facevano mostravano che quasi una persona su tre, o meglio più di una su quattro, sottoposta a tampone, risultava positiva.
Più chiaramente, 28 persone su 100. Oggi, fatto 100 soggetti sottoposti a tampone, nemmeno uno, statisticamente, risulta positivo. Inoltre, come confermano quotidianamente i dati forniti dalla Regione, la maggior parte delle persone risultate positive sono addirittura asintomatiche. Elemento quest'ultimo, che al di la degli aspetti virali sulle caratteristiche del Covid (che lasciamo ai virgologi e agli asperti fare), esprime una valutazione sull'importanza di una campagna preventiva e a tappeto di tamponi sulla popolazione. Quella che nel pieno dell'emergenza, un pò per cause oggettive (vista la mancata disponibilità materiale di tamponi per un lungo periodo confermata dallo stesso commissario regionale Sergio Venturi), un pò per oggettivi ritardi nelle scelte, sia negli errori commessi nelle scelte stesse che hanno concentrato tutti sugli ospedali, non è stata possibile, o non si è voluto, attuare.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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