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Sul caso Frattina, il riconoscimento del danno ambientale con tutti i risvolti ad esso collegato, è stato certamente il passo più importante da parte delle istituzioni che si è tradotto con la delibera regionale n. 1961 della Regione Emilia Romagna, che ha fatto seguito alla nota di ARPAe del 29 Marzo 2018, pochi giorni dopo la conferenza stampa dei 5 Stelle di Castelvetro e le direttive del Ministero dell’Ambiente a dell’Ufficio Petizioni di Bruxelles, la quale ha investito dell’onere la Protezione Civile e non l’Ufficio siti e Bonifiche della stessa, che per 20 anni ha gestito il sito, con un capitolo di spese a parte, 175000 euro, utilizzati immediatamente con conclusione lavori da pochi giorni.
A detta dei funzionari della Regione il cumulo dei rifiuti in sponda è stato coperto con un telo di tnt sul quale si sono riversati i materiali del letto del fiume, sassi e terra, deviando il corso del fiume e realizzando una massicciata lunga 200 metri e profonda circa 2 metri.
Certamente l’impatto visivo per chi corre sul percorso tiepido è migliore di prima, ma non bisogna dimenticare che il tutto è stato scafandrato, cioè da oggi è impossibile fare alcuna valutazione se non a mezzo piezometri o carotaggi, ma occorre ricordare che la zona di ricarica delle falde del sito , la classificazione come zona alluvionale e di rimboschimento , con soggiacenza da 1 a 7 metri ne determinano anche nei prossimi anni il lento dilavamento in falda superficiale degli inquinanti sepolti, come avvenuto per oltre 40 anni, se non si interviene con una seria bonifica.
Ieri (16 gennaio 2019) è stato inserito il PIEZ 4, come da contratto con il Comune di Castelvetro del Settembre 2005.
Con le determine 197 e 443 del 25 Ottobre 2005 il Comune approva i compensi relativi alla caratterizzazione di ARPA (100.000 euro) e ribadisce le regole della convenzione con almeno 4 piezometri.
L’inserimento da parte di ARPAe del quarto PIEZ, 14 anni dopo, è certamente un segnale positivo, ma forse la sua posizione, a dieci metri dalla strada in zona che dalla caratterizzazione di ARPA del 2005 doveva essere definita (in assenza di inquinanti), lascia aperti alcuni dubbi in quanto lo scavo della Pedemontana del 2008 interessò completamente l’area in cui oggi troviamo il PIEZ 4.
Ora ci si attende il reperimento dei fondi al fine di bonificare l’area e dopo 45 anni di buio amministrativo è ora che si pensi di lasciare alle generazioni che verranno un fiume e non una discarica sepolta e nascosta con i rifiuti del processo produttivo ceramico, proprio in questo senso potrebbe essere rivolto al settore ceramico, visto che il processo del 1991 ha sentenziato che non si è in grado di identificare chi materialmente ha inquinato la Frattina dal 1976 al 1984, un appello a contribuire insieme alle istituzioni pubbliche (la Regione) a ridare a Castelvetro la dignità di avere un fiume e non una discarica di rifiuti ceramici sepolti, contribuendo alla bonifica della maggior sito inquinato della provincia di Modena.
Roberto Monfredini Roberto e Filippo Gianaroli