Il 6 novembre 2007 muore Enzo Biagi; era nato a Lizzano Belvedere, in provincia di Bologna il 9 agosto 1920. È considerato tra i padri del giornalismo italiano e fu popolare anche come conduttore televisivo. Diventare giornalista era il sogno della sua vita e cominciò a realizzarlo a 17 anni scrivendo di cronaca per il quotidiano Cattolico l'Avvenire.
Dopo aver partecipato alla Resistenza assunse la direzione del settimanale Epoca, che con lui diventò la prima rivista italiana. Nel 1961 entrò in RAI come direttore del TG1 e negli a venire divenne una firma storica del Corriere della Sera.
Dal 1995 fu alla conduzione de 'Il Fatto', considerato il miglior programma giornalistico realizzato alla RAI in quegli anni.
Lo stile di Enzo Biagi si distingueva per la combinazione di chiarezza, rigore morale e umanità, unendo un linguaggio semplice e diretto con poesia e un forte punto di vista. Il suo giornalismo era caratterizzato dalla ricerca della verità e da un approccio che rendeva i fatti comprensibili.
Biagi sapeva rendere complessi eventi di cronaca in modo chiaro e accessibile al cittadino comune e spesso metteva al primo posto la narrazione dei fatti piuttosto che il commento.
Il suo modo di intervistare era arricchito da un poco di ironia, che rendeva le sue relazioni umane più efficaci e coinvolgenti. Biagi era un giornalista 'scomodo' che non temeva di denunciare ciò che riteneva ingiusto, anche a costo di ritorsioni professionali. Con il suo tono dimesso, era riuscito a mostrare ai telespettatori e ai lettori, l'eroismo della quotidianità
Nell'epoca trionfale del giornalismo spettacolo, Enzo Biagi, propose l'essenzialità e la semplicità.



