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Ecco quando fare la prima visita oculistica ai bambini

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Si nota un deciso incremento dei disturbi da stanchezza visiva già nei bambini della scuola primaria, sicuramente esacerbati negli ultimi tempi dalla Dad


Ecco quando fare la prima visita oculistica ai bambini
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Quando un bambino deve fare la prima visita oculistica? Come ci si fa ad accorgere di eventuali problemi nella visione del bambino?
Sono molti anni che mi occupo di bambini e continuo a notare che spesso le famiglie non sanno quando portare per la prima volta i propri figli dall’oculista. A volte la prima visita viene fatta così tardi che mi ritrovo a sperare in silenzio che tutto sia andato per il meglio, perché dopo una certa età certi difetti non sono più recuperabili.
Forse qualcuno ha sentito parlare dell’occhio pigro. Questo termine può essere un po' fuorviante, non si tratta in effetti di un occhio che potrebbe ma non vuole vedere, ma di un occhio che non può vedere oltre un certo limite, perché lo sviluppo dell’apparato visivo è stato limitato.

Questo succede quando nei primi anni di vita un ostacolo rende sfuocata l’immagine che quell’occhio è in grado di inviare al cervello. Questa scarsa nitidezza farà in modo che il successivo sviluppo del sistema visivo prediliga l’occhio controlaterale ritenuto migliore, penalizzando quello deficitario.

Da questa spiegazione risulta chiaro che quando nasciamo non vediamo 10/10. Il sistema visivo inizia a migliorare quando apriamo gli occhi al mondo ed iniziamo ad allenarlo.
Anche la capacità di fissazione alla nascita è limitata, e maturerà insieme alla convergenza verso i 3 mesi di vita. Tutti notiamo che all’inizio il neonato non fissa a lungo, ma tra i 4 e i 6 mesi il bimbo è ormai capace di osservare e manipolare oggetti, e di riconoscere i nostri visi. Nei primi 6-7 mesi di vita i movimenti oculari non sono ancora coordinati, e questo può dare ai genitori l’impressione che il bimbo sia saltuariamente strabico.

Se lo strabismo saltuario permane dopo i 6-7 mesi è bene invece procedere con una visita oculistica precoce.

Cosa fare invece se il bimbo si presenta già nei primi mesi con uno strabismo fisso? In questi casi dobbiamo subito rivolgerci all’oculista perché, come abbiamo visto sopra, tutto ciò che ostacola una corretta visione binoculare porta purtroppo importanti limitazione visive in futuro e va quindi corretto precocemente.
Il nostro bimbo ha ormai 6 mesi e le sue potenzialità visive sono mature, anche se l’acutezza visiva migliorerà sempre più negli anni successivi. Tuttavia il sistema visivo si mantiene plastico fino agli 8 anni di età e questo ci permette di recuperare un eventuale occhio pigro facendo diagnosi e trattamento precoci.

Quali sono i principali problemi alla vista che si possono manifestare nei primi anni di vita del bambino?
Dobbiamo distinguere tra i problemi congeniti (presenti già alla nascita) e quei vizi di refrazione o quegli strabismi ad insorgenza più tardiva.
Per le malattie congenite è essenziale il ruolo del pediatra che già nei primi giorni di vita, valutando il riflesso rosso del fondo oculare, può sospettare la presenza di cataratta congenita, distacco di retina o di un tumore retinico come il retinoblastoma. Sempre il pediatra, o i genitori, sapranno facilmente notare uno strabismo congenito, una ptosi palpebrale, o più frequentemente una lacrimazione persistenze, segno di una probabile ostruzione congenita del dotto naso-lacrimale.
Ogni anomalia congenita va sempre fatta valutare in tempi brevi dall’oculista.
Negli anni della prima infanzia possono invece insorgere strabismi o difetti di refrazione, principalmente astigmatismo ed ipermetropia. La miopia ha più frequentemente un esordio dall’età scolare in poi e, a differenza dei difetti precedenti, ha tendenza al peggioramento negli anni.
La famigliarità gioca spesso un ruolo importante in tutti questi casi.

Quando dovresti far fare una prima visita oculistica a tuo figlio?
La prima visita oculistica va programmata verso i 3 anni e mezzo - 4 anni, periodo nel quale si riescono a conciliare una diagnosi ancora precoce ed una certa collaborazione da parte del bambino. Questa prima valutazione è di importanza cruciale perché, essendo gli occhi due, la generica impressione che il bimbo veda bene può spesso mascherare molti casi di occhio pigro.

Come possiamo accorgerci dell’occhio pigro?
Il termine medico di questa condizione è Ambliopia (in greco “visione ottusa”), ossia un deficit uni o bilaterale della vista, spesso in pazienti con asimmetria visiva o strabismo, in cui l’esame fisico dell’occhio è normale, e che giova di trattamenti terapeutici purché precoci.
Perciò un occhio pigro può essere un occhio che a prima vista non mostra anomalie.
Altre volte le condizioni di rischio sono invece ben visibili e devono perciò farci fare una visita oculistica, mi riferiscono a quelle condizioni congenite come cataratta, ptosi palpebrale, che impedendo sin da subito la visione possono dare un’ambliopia profonda ed irreversibile. Perciò in tali situazioni la chirurgia va effettuata nei primissimi mesi di vita.
Al contrario l’ambliopia del bimbo più grande è reversibile. Se deriva da una differenza refrattiva tra i due occhi, per es. un astigmatismo più elevato nell’occhio pigro rispetto al controlaterale, è essenziale la correzione con occhiali, che consentirà anche all’occhio pigro un progressivo miglioramento visivo. Nei casi più ostici ad essa si dovrà affiancare l’occlusione dell’occhio sano per alcune ore al dì.
Anche in caso di strabismo, oltre alla correzione con lenti di un eventuale difetto refrattivo dovremo sempre stimolare la funzione dell’occhio strabico con l’occlusione a tempo pieno dell’occhio sano.

Come si svolge una visita oculistica con i bambini piccoli?
Nell’età pre-verbale è possibile valutare grossolanamente se gli occhi sono allineati e se un occhio ha un grave deficit visivo.
Nel bimbo di 3-4 anni invece possiamo sostanzialmente fare una visita completa. A volte i genitori si preoccupano della collaborazione dei propri figli ma posso rassicurarli che i bambini, se l’oculista sa ben trattare con loro, spesso si divertono, ed accettano di buon grado anche una eventuale correzione con occhiali. Perché i primi a notarne il giovamento sono proprio loro.

In un bambino in età scolare quali disturbi possono richiedere un controllo oculistico?
In questa fascia d’età può presentarsi frequentemente astenopia, ossia stanchezza oculare da sovraccarico lavorativo dell’apparato muscolare oculare. I sintomi possono essere vari: lacrimazione, bruciore, sensazione di secchezza o corpo estraneo, fotofobia, cefalea, visione annebbiata o sdoppiata.
La visita oculistica permette di risalire alle possibili cause ed istituire la corretta terapia.
Nella mia esperienza ho notato un deciso incremento dei disturbi da stanchezza visiva già nei bambini della scuola primaria, sicuramente esacerbati negli ultimi tempi dalla DAD e dall’uso prolungato di dispositivi elettronici in generale.

Stefania Rossi, medico oculista

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