Il 'Grido di dolore' di Vittorio Emanuele II: 10 gennaio 1859
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Il 'Grido di dolore' di Vittorio Emanuele II: 10 gennaio 1859

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La guerra poi si concluse con l'armistizio di Villafranca che pose le basi per l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna


Il 'Grido di dolore' di Vittorio Emanuele II: 10 gennaio 1859
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'Grido di dolore' è la celebre frase contenuta in un discorso pronunciato il 10 gennaio 1859 da Vittorio Emanuele II, re di Sardegna al parlamento di Torino, subito dopo gli accordi di Plombières.
Il discorso e l'arrolamento di volontari fu considerato provocatorio dall'Austria, che dette inizio alla seconda guerra dell'indipendenza italiana. Cavour però aveva stipulato patti segreti tra Piemonte e Francia, che prevedevano un intervento francese al fianco del Piemonte in caso di aggressione da parte austriaca. Gli echi del discorso intanto, accesero la miccia in tutta la Penisola: i lombardi manifestavano il loro entusiasmo, mentre i volontari passarono il Ticino per unirsi all'esercito sabaudo. Nella seconda guerra d'indipendenza, Torino poté disporre di 63.000 uomini e Vittorio Emanuele II prese il comando dell'esercito. L'imperatore austriaco, Francesco Giuseppe, varcò il Ticino e puntò sulla capitale piemontese.
Grazie al supporto francese, il corpo d'armata nemico fu sbaragliato presso Magenta e i franco-piemontesi entrarono a Milano l'8 giugno 1859. Contemporaneamente i volontari comandati da Giuseppe Garibaldi occuparono rapidamente Como, Bergamo, Varese e Brescia. Le forze asburgiche si ritirarono dalla Lombardia, decisiva fu la Battaglia di Solferino e San Martino.
La guerra si concluse con l'armistizio di Villafranca che pose le basi per l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna.

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