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Il poeta e musicista modenese Francesco Benozzo (qui) è il vincitore del premio internazionale “Poeti dalla frontiera”, assegnato dal Comitato del Partnership Studies Group (USA, Australia, UK, Francia, e Italia) a poeti di rilievo internazionale che si siano dimostrati capaci di concepire la propria arte poetica come creazione di un nuovo immaginario, in una prospettiva di azione concreta, di pratica dissidente e di impegno civico nel difficile momento storico attraversato dal mondo contemporaneo.
Benozzo, che è stabilimente candidato al Premio Nobel per la Letteratura dal 2015, con candidature rese pubbliche dal PEN International, e che quest’anno è anche il nome italiano proposto per il prestigioso Berggruen Prize for Philosophy and Culture, è autore di lunghi poemi epici-orali tradotti nelle principali lingue, tra i quali si ricordano i recenti Autoktonia. Poema del suicidio (2021), Máelvarstal.
Il critico Lope Estrada ha dato di recente questa definizione della sua poesia: «Visionario, spiazzante, epico, ventoso, Benozzo ha una capacità solo sua di riportare la parola al momento in cui ogni parola nominò il mondo la prima volta. […]. Ciò che questo poeta coerentemente e sorprendentemente mette in atto, poema dopo poema, è una rivoluzione dell’idea stessa di poesia: senza mezzi termini, e con la sua dimensione atemporale e universale, in questo momento è lui l’Omero della post-modernità».
Questa la motivazione ufficiale della Commissione del Premio: «Francesco Benozzo attraversa in modo incantevole e originale diversi generi poetici, mettendo in equilibrio il potere visionario con una lettura profonda dei paesaggi esperiti e attraversati in una ‘aderenza spontanea’ al loro ritmo, come ci fa sperimentare con la sua voce e il ritmo dell’arpa in un’esperienza lirica del mondo naturale. Grazie al suo prezioso lavoro etnofilologico, sociale, culturale e al suo impegno civile è riuscito a ravvivare le antiche tradizioni native, dando voce a paesaggi ancestrali ai margini e sui crinali esplorati come camminatore che si muove lungo una linea sottile, come un acrobata, al limitare della mitologia, della lirica e del canto. Significativa e originale la sua idea di poesia che costruisce 'dimore insolite', che si 'manifesta sottraendosi’, sempre attuata sulle alte scogliere e ai limiti delle terre emerse, in una dimensione atemporale e universale, che scandisce, al ritmo del passo camminato, una inquietudine positiva, erratica e nomadica, aperta al dialogo con i luoghi e con il canto degli antichi Bardi».
Benozzo ha vinto il Premio Internazionale 'Poeti dalla frontiera'

Assegnato a poeti di rilievo internazionale che si siano dimostrati capaci di concepire la propria arte poetica come creazione di un nuovo immaginario

Il poeta e musicista modenese Francesco Benozzo (qui) è il vincitore del premio internazionale “Poeti dalla frontiera”, assegnato dal Comitato del Partnership Studies Group (USA, Australia, UK, Francia, e Italia) a poeti di rilievo internazionale che si siano dimostrati capaci di concepire la propria arte poetica come creazione di un nuovo immaginario, in una prospettiva di azione concreta, di pratica dissidente e di impegno civico nel difficile momento storico attraversato dal mondo contemporaneo.
Benozzo, che è stabilimente candidato al Premio Nobel per la Letteratura dal 2015, con candidature rese pubbliche dal PEN International, e che quest’anno è anche il nome italiano proposto per il prestigioso Berggruen Prize for Philosophy and Culture, è autore di lunghi poemi epici-orali tradotti nelle principali lingue, tra i quali si ricordano i recenti Autoktonia. Poema del suicidio (2021), Máelvarstal.
Poema della creazione dei mondi (2020) e Poema dal limite del mondo (2019).
Il critico Lope Estrada ha dato di recente questa definizione della sua poesia: «Visionario, spiazzante, epico, ventoso, Benozzo ha una capacità solo sua di riportare la parola al momento in cui ogni parola nominò il mondo la prima volta. […]. Ciò che questo poeta coerentemente e sorprendentemente mette in atto, poema dopo poema, è una rivoluzione dell’idea stessa di poesia: senza mezzi termini, e con la sua dimensione atemporale e universale, in questo momento è lui l’Omero della post-modernità».
Questa la motivazione ufficiale della Commissione del Premio: «Francesco Benozzo attraversa in modo incantevole e originale diversi generi poetici, mettendo in equilibrio il potere visionario con una lettura profonda dei paesaggi esperiti e attraversati in una ‘aderenza spontanea’ al loro ritmo, come ci fa sperimentare con la sua voce e il ritmo dell’arpa in un’esperienza lirica del mondo naturale. Grazie al suo prezioso lavoro etnofilologico, sociale, culturale e al suo impegno civile è riuscito a ravvivare le antiche tradizioni native, dando voce a paesaggi ancestrali ai margini e sui crinali esplorati come camminatore che si muove lungo una linea sottile, come un acrobata, al limitare della mitologia, della lirica e del canto. Significativa e originale la sua idea di poesia che costruisce 'dimore insolite', che si 'manifesta sottraendosi’, sempre attuata sulle alte scogliere e ai limiti delle terre emerse, in una dimensione atemporale e universale, che scandisce, al ritmo del passo camminato, una inquietudine positiva, erratica e nomadica, aperta al dialogo con i luoghi e con il canto degli antichi Bardi».

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