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Modena, cosìla falsa cultura espropria il bene comune

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à normale che il sito Unesco patrimonio mondiale dell'umanità, sia trasformato per il Motor Valley in uno scalo merci più trafficato di un autoporto?


Modena, cosìla falsa cultura espropria il bene comune
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Si assiste inermi nel nostro bel paese a un fenomeno inarrestabile, alla sistematica sottrazione e fruizione alla collettività dei beni comuni, come le piazze, marciapiedi e spazi pubblici sempre più assediati e appannaggio non solo del mangia e bevi movidaro. Un gaudente politico locale ha paragonato il pigia pigia degli apericena che lascia sul posto di consumazione oltre a cocci rotti e bicchieri, anche l’olezzo birresco sparso su ogni muro e portico, a un nuovo…. Rinascimento. Leonardo e Michelangelo dall’altro mondo avranno gioito alla pertinente affermazione mirabolante. Le città sono utilizzate a spron battuto come location e vetrine, i loro luoghi più simbolici sono gettonatissimi come photo-opportunity per eventi di qualsiasi tipo: l’anima in vendita. Un triste destino comune di mercificazione, al quale non sfugge nessuna città piccola o grande, qualsiasi la sua storia, queste sono poco amate e rispettate, anzi sono bistrattate, un po’ da tutti, e anche da chi è chiamato a guidarle.



Si guardi a Firenze ridotta a una Disneyland, in preda al degrado e illegalità e di un turismo di rapina, Venezia sempre più spopolata sta letteralmente affondando, le grandi navi vacanziere sono per il suo fragile ecosistema un pericolo costante. Ciò detto, spenti da poco i riflettori sul Motor Valley Fest, l’evento motoristico della “ripartenza” post pandemia, è d’obbligo tentare un bilancio, riflettere sul perché non sono stati utilizzati per la manifestazione i circuiti automobilistici specifici. Pare normale quando non è per niente così, che una città con il suo centro storico e un parco all’uopo siano trasformati in showroom e pista da formula uno? È normale che il sito Unesco patrimonio mondiale dell’umanità, sia trasformato per l’occasione in uno scalo merci più trafficato di un autoporto?

In che abisso si è sprofondati, dalle stelle dell’indimenticabile e superba lezione spettacolo di Dario Fo sul capolavoro universale di Lanfranco e Wiligelmo del 2004 “Il tempio degli uomini liberi”, al mercimonio griffato. No, tutto questo non è per niente normale, perché una città non è il contesto adeguato per la fattispecie di iniziativa, esporvi delle auto milionarie e farle gareggiare in un parco pubblico. Mentre l’autodromo di Marzaglia, il luogo preposto per ospitare il rombo di questi motori sportivi come sarebbe logico, non è stato utilizzato, per contraccambio ospiterà la fiera patronale! Il Motor Fest è costato 150mila euro di fondi europei del Por Fesr, uno spreco bello e buono per una manifestazione effimera e molto nociva per l’ambiente, che tra emissioni di gas di scarico, inquinamento sonoro e luminoso e produzione di rifiuti vari,in primis gli imballaggi plastici, conferma il fatto che la nostra regione è una delle più inquinate a livello europeo. Tutto in deroga, ztl e norme antismog ,poi ipocritamente si aderisce perché politicamente corretto alle iniziative della “giornata della terra” , a “mi illumino di meno“, al movimento Friday Future di Greta, oltre alle inutili domeniche ecologiche.

Sono giunte critiche da una associazione di ambientalisti che ha ipotizzato un possibile danno erariale, aperta poi una indagine a seguito dell’incidente in cui è rimasto gravemente ferito un meccanico della Ferrari. Quali sono le ricadute sulla città? Deludenti le aspettative economiche a sentire alcuni operatori. In compenso tanti, troppi i costi e disagi a carico della comunità. Le nostre città storiche sono un bene da rispettare non oggetti di consumo e di mercificazione. Sono il risultato di una complessa e stratificata vicenda urbana, leggibile attraverso i loro monumenti, che testimoniano l’intreccio storico, artistico e culturale e anche religioso della comunità, e tutto rappresenta il patrimonio collettivo ed eredità culturale. Un patrimonio culturale che va sapientemente utilizzato e valorizzato con intelligenza, con buon senso e decoro, non snaturandone l’animo, senza prevaricazioni e mistificazioni culturali, evitando ruzzoloni indecorosi. Che non son mancanti nella fiera dell’extralusso, dall’apparenza ‘popolare’, il millenario inganno del Panem et circenses.

La cultura è qualcosa che non si eredita come un immobile, l’ereditarla consiste nell’acquisirla. L’utilizzo della secentesca Chiesa del Voto, che fu edificata nel 1630 dalla Comunità modenese come ringraziamento alla Madonna della Ghiara perché accolse le suppliche di far cessare la pestilenza (di proprietà comunale, che è ancora officiata fino a prova contraria), nonostante la presenza in città di luoghi più adatti come sede per la mostra dedicata ai 140 anni di una antica azienda artigianale modenese “al top mondiale della valigeria delle auto di lusso”, con l'esposizione delle “collezioni disegnate per vetture Ferrari, Bugatti, Bentley, Aston Martin, Pagani, Lamborghini, McLaren, ma anche di costosissimi pezzi unici per piccole serie di auto ”. Possiamo definire tranquillamente la troneggiante struttura espositiva, posta nella navata che relega a fare da corollario le pitture dello Stringa, del Malatesta e del Lana nelle sei cappelle laterali, a un altare pagano, con il biblico idolo del ‘vitello d’oro’. Netta poi è l’impressione della trasposizione nell’edificio sacro di quelle esposizioni lussuose dei negozi di altamoda presenti a Roma in via Dei Condotti oppure di Via Montenapoleone di Milano. Ciò è incompatibile, degradante culturalmente, e con la missione e carattere sacro del luogo, che porta ad affermare con forza: Via i mercanti dal tempio!
Fu già proscenio scenografico per l’esposizione di una galleria antiquaria.
La nostra epoca è caratterizzata dalla spettacolarizzazione e dalla immagine, sono in atto processi, dove si mescolano, confondendo valori e i codici di lettura, di decifrazione e, allora sbagliando, si pensa di poter fare tutto e il suo contrario.
Siamo nel pieno di un degrado e impoverimento sociale, la dilagante e sempre più percepibile pochezza culturale, assenza che non risparmia nessun settore della nostra società, certifica che siamo al cospetto di una crisi di civiltà.

Franca Giordano

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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