Cominciamo dal nome: inceneritore o termovalorizzatore?
La funzione fondante dell’impianto è quella di ridurre il volume dei rifiuti tramite “incenerimento”, da cui il nome “inceneritore” appunto.
Il recupero di energia è molto modesto, siamo sul 15%, cioè entrano 100 Watt e ne recupero 15 come energia elettrica, gli altri 85 se ne vanno in calore disperso in aria con malefici effetti sul riscaldamento globale.
Brucia energie fossili (plastica da petrolio) quindi non è sostenibile.
Rende irrecuprabile per sempre la materia, quindi non fa economia circolare, ma usa e getta.
Emette la stessa CO2 (200.000 tonnellate/anno) di 200.000 auto (ognuna con 10.000 km/anno), una per ciascuno degli abitanti del Comune.
Dati analoghi per PM10 e altri inquinanti.
In altre parole spegnendolo o anche solo dimezzandolo si ottengono miglioramenti della qualità dell’aria ben superiori agli obiettivi del PUMS o del PAIR 2020, per giunta gratis e subito.
“Gratis e subito”, significa che non occorre pianificare strategie, costruire ciclabili e/o parcheggi, educare cittadini e studenti, ecc.
E i compensi del management… da svariate centinaia di migliaia di euro/anno ?
E’ anche questa la mission di indirizzo politico di Hera? Il comune di Modena “da una mano agli altri”… con i polmoni dei cittadini Finora si parlato di inceneritore come se fosse una macchina innocua per il territorio che la ospita, ma in realtà bruciare rifiuti crea problemi di salute, come dimostra, tra le ultime, l’inchiesta Moniter, oltre a tante altre precedenti.

Comunque se è così gratificante la pista da sci proponiamo di fare svolgere la prossima edizione di “Sky pass” nell’area di via Cavazza, con la rampa attaccata direttamente al camino…
Fuor di metafora l’inceneritore di Copenaghen è in crisi finanziaria e di reperimento materiali da bruciare, come da articolo. Proposte per uscirne È presto detto: i decisori politici devono rendere negoziabile l’uso dell’inceneritore, e da questa ammissione inziare rapidamente (e non nel 2034) un percorso di riduzione delle quantita bruciate. Il caso di Modena è semplice: anche solo riservare l’uso dell’inceneritore ai rifiuti provinciali, rinunciando ad importarli da fuori Provincia e da fuori Regione, significa ridurne del 45-50% le emissioni. E però succede, come il recente intervento del sindaco, che l’inceneritore non si tocca.
Forse languiranno le tasche degli azionisti, Comune di Modena compreso, ma siamo a un bivio inevitabile, si deve pur decidere da che parte stare, o i soldi oppure la sostenibilità (quella vera).
Lasciare intatta una zavorra ambientale di queste dimensioni significa vanificare buona parte dei miglioramenti ottenuti in altri modi: riduzioni traffico, raccolta differenziata...
Oltre al fatto, nel caso dei decisori politici, di non essere coerenti con gli impegni ambientali chiesti ai cittadini.
Se questa riduzione non è possibile spiegatene il perché ai cittadini.
L’incenerimento dei rifiuti è anche la negazione stessa della economia circolare, nonche della sostenibilità ambientale (quella vera) e crea problemi di salute e altro di negativo ancora. Quanto sopra quindi è solo un punto di partenza per arrivare rapidamente al superamento dell’incenerimento rifiuti, ma già fare ammettere che l’inceneritore inquina e impatta anche sul clima sarebbe un bel passo avanti, finora ostinatamente negato. Nota: quanto scritto, con i dovuti correttivi quantitativi si può (e si deve…) applicare ad ogni inceneritore. Comitato Modena Salute e Ambiente