'Assurdo escludere imprese ceramiche da incentivi Transizione 5.0'
Visita del ministro Giorgetti oggi con un gruppo di imprenditori del settore ceramico
'La misura “Transizione 5.0”, varata dal Governo nel marzo scorso, può essere di fondamentale importanza per sostenere il processo di transizione digitale ed energetica del settore, ma è per questo incomprensibile l’esclusione dei settori manifatturieri che rientrano nel campo di applicazione dell’ETS, tra i quali la ceramica. Escludere proprio le nostre imprese dagli incentivi Transizione 5.0 - ha dichiarato il presidente Giovanni Savorani - è privo di un razionale logico; preclude l'accesso alla transizione energetica e digitale proprio a quelle aziende alle quali viene chiesto di più in termini di decarbonizzazione dei processi e che già devono sopportare i costi addizionali del meccanismo ETS'.
Pertanto le imprese ceramiche hanno chiesto al Ministro che nel decreto applicativo in formazione si ponga rimedio a questa stortura e siano fissati criteri applicativi delle esclusioni ragionevoli, basati sulla valutazione effettiva dei miglioramenti realizzati dai singoli investimenti proposti, invece che su ideologiche esclusioni generali per categoria. Il presidente e gli imprenditori del settore hanno poi evidenziato al Ministro il tema della “certezza del diritto” e della prevedibilità di costi ed oneri, come condizione essenziale per la vita e la continuità delle imprese. In particolare sono state portate all’attenzione del Ministro due situazioni concrete che contrastano con questa necessità.
La richiesta di applicazione retroattiva dal 2018 al 2020 della quota fissa TARI (la tassa sui rifiuti urbani) alle aree produttive e ai magazzini industriali, avanzata da qualche Comune. Per evitare che iniziative isolate di singoli Comuni, basate su una discutibile elaborazione giurisprudenziale, portino ad una nuova e diffusa stagione di contenzioso, le imprese chiedono un intervento del ministero che confermi l’attuale quadro normativo che, peraltro, vede già le imprese contribuire ai costi del servizio pubblico di raccolta anche se non se ne servono;
Analoga situazione di preoccupazione è legata ai crediti di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo realizzati dalle imprese negli anni dal 2015 al 2019 e messi ora in discussione da un successivo cambiamento dei parametri di valutazione adottati dal ministero. Per chiudere in modo ordinato questa vicenda è necessario mettere tutte le imprese nelle condizioni di poter certificare la bontà degli investimenti a suo tempo realizzati, anche nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.
'In questo periodo turbolento e di guerra commerciale tra Occidente e Oriente credo che le prospettive siano comunque positive, dobbiamo concentrarci sulle nostre imprese, che qui vuol dire soprattutto settore della ceramica - ha detto Giorgetti -. Il Mef è a favore delle aziende e in questo senso ci muoviamo sui vari problemi sollevati, dalla Tari alla questione dell’ETS ma siamo consapevoli che in generale serve un approccio a livello europeo per sciogliere i nodi'.
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