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“La notizia degli oltre 170 esuberi, di cui la maggior parte ingegneri, sono il chiaro esempio di come non ci si possa distrarre rispetto alla crisi di Maserati, che purtroppo ormai da mesi causa disagi e problematiche alle famiglie delle maestranze e all’economia modenese”.
Queste le parole del coordinamento GD - Modena città, che prosegue: “Se fino a qualche mese fa il futuro di Maserati a Modena veniva semplicemente descritto come condizionato da una temporanea flessione dovuta al calo della domanda del mercato asiatico, non ci si spiega come mai, nel giro di poco tempo, si sia arrivati a una fuoriuscita così importante, fortemente sostenuta dalla proprietà, di personale altamente qualificato, che smentisce nei fatti le vaghe promesse fatte nei mesi passati.
È tempo che Stellantis smetta di giocare sulle spalle dei dipendenti e si assuma le proprie responsabilità nei confronti dei modenesi, chiarendo quale piano industriale ha in serbo per uno degli stabilimenti cardine dell’azienda stessa, che hanno fatto la storia di Maserati, permettendole di diventare quel brand sinonimo di eccellenza che oggi è conosciuto in tutto il mondo”.
Dello stesso tenore è l’intervento del Segretario provinciale dei Giovani Democratici di Modena, Matteo Silvestri. “Siamo al fianco delle e dei dipendenti di Maserati e dei sindacati nel pretendere che Stellantis chiarisca quanto prima quale sia il piano industriale del marchio Maserati; piano che non può prescindere dall’avere Modena come luogo cardine del proprio progetto di sviluppo, perché altrimenti semplicemente non sarebbe più Maserati. L’esubero, caldeggiato dalla proprietà, di oltre 170 maestranze dal Centro Ricerca e dallo stabilimento produttivo rappresenta un processo di depauperamento delle competenze e capacità presenti all’interno di Maserati che genera ricadute socio-economiche negative che impattano non solo sulla stessa, ma anche sulla filiera dell’automotive, e a cui non possiamo assistere inermi. Occorre che il Governo, fino a oggi completamente afono sulla vicenda, chiarisca quale sia la propria visione di sviluppo sulla filiera dell’automotive e intervenga, facendo squadra con la Regione Emilia-Romagna e la città di Modena già attive da mesi, richiamando la proprietà alle proprie responsabilità”.
Redazione Pressa
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