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E dal primo gennaio 2024 cosa succederà? Preso atto che il “Superbonus 110” ha creato delle distorsioni tali da incidere in modo insostenibile sul già difficile equilibrio dei conti pubblici, resta però la non trascurabile gestione della fase di passaggio dal vecchio al nuovo regime normativo che, presumibilmente, entrerà in vigore dall’inizio del 2024. Chi ha già attivato i lavori per migliorare la classe energetica della propria abitazione approfittando delle agevolazioni previste dalla Legge, ma non potrà concludere entro la fine dell’anno l’intervento programmato, cosa potrà fare per non rischiare di rimanere in mezzo al guado? La questione, anche in provincia di Modena, riguarda decine di realtà e coinvolge sia i proprietari degli immobili, sia le aziende edili impegnate nella realizzazione dei lavori. Per entrambi, se non si introdurrà al più presto una soluzione ponte che permetta di rendere sostenibile il passaggio dalla vecchia alla nuova normativa, si prospetta come molto probabile l’avvio di numerosi contenziosi.
Nella manovra finanziaria, comprensibilmente, si punta a completare la normalizzazione del Superbonus per riportare gli sconti fiscali dell’edilizia nei binari tradizionali seguiti per molti anni dai vecchi sconti del 50 e del 65%, ma non c’è, al momento, traccia di una possibile proroga, almeno per alcuni mesi – come spiega il Collegio Imprenditori Edili dell’Emilia – e questo crea non poche preoccupazioni.
Non si contesta l’eliminazione del Superbonus 110: la norma, che pur ha dato nuove opportunità di lavoro a molte imprese del nostro settore, ha sicuramente creato delle anomalie che vanno superate. Sul piano generale occorre quindi ridefinire una politica sostenibile sui bonus fiscali in edilizia che tenga conto dell’esperienza maturata in questi anni, delle esigenze del sistema economico e del bisogno irrinunciabile di favorire una politica industriale di sostegno alla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio immobiliare.
'Contestualmente vi è l’urgenza – evidenzia Claudio Candini, presidente del Collegio Edili Imprenditori dell’Emilia – di introdurre dei correttivi rispetto alla disciplina dei lavori in corso, ma che non si potranno concludere entro il 31 dicembre di quest’anno. Se non si interviene si va incontro al rischio reale di assistere al fallimento di una parte delle aziende coinvolte, al blocco dei lavori e al proliferare di contenziosi. Gli elementi di preoccupazione sono quindi molti e concreti. Una soluzione che ci sentiamo di suggerire è di approvare immediatamente un’estensione temporale di alcuni mesi per i condomini che abbiano già ultimato almeno il 60% dei lavori. Si tratta di una misura determinante per la sopravvivenza di moltissime aziende e che non genererebbe aggravi ulteriori per le casse pubbliche. In questi giorni anche noi parteciperemo a un tavolo nazionale di Confapi che affronterà anche questo delicato e urgente argomento'.
Redazione Pressa
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