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“Trovo francamente inaccettabile sul piano del comportamento personale e soprattutto offensivo per i famigliari delle vittime del terrorismo, l’atteggiamento di chi sfrutta, a fini propri, la notorietà acquisita nell’ambito di contesti violenti e gravemente lesivi dei valori della democrazia e della convivenza civile. Molte persone sono morte per la democrazia, a Curcio sarebbe consigliabile un più dignitoso silenzio'.
Così, nel marzo del 2007, l'allora sindaco di Modena Giorgio Pighi commentava la conferenza pubblica, a Modena, di Renato Curcio, tra i fondatori delle BR.
Silenzio che ai tempi venne invocato con un intervento ufficiale pubblico anche dall'allora Vicesindaco Mario Lugli: 'Le ferite non possono, anche a distanza di decenni, chiudere una stagione politica; gli anni di piombo non furono solo una scelta politica sbagliata, ma anche la testimonianza dell’incapacità di capire che il terrorismo si contrapponeva alla vita e ai valori fondamentali della democrazia.
Di fronte all’enormità delle colpe gli atteggiamenti più consoni dovrebbero essere la riflessione e il silenzio, comportamenti che susciterebbero una comprensione umana difficile da esprimere quando invece si cercano occasioni pubbliche e luci mediatiche'
Altri tempi, in cui il silenzio, venne riassunto anche nel minuto istituzionale, condiviso e voluto dal sindaco Muzzarelli, nel 2015, in occasione di un'altra visita dell'ex brigatista. Silenzio che oggi,anziché essere consigliato a Curcio, ospite nuovamente l'altra sera a Modena, per la presentazione pubblica del suo ultimo libro “L’algoritmo sovrano”, il sindaco ha deciso di tenere per sé. Abbandonando ogni forma di condanna e, come i suoi predecessori fecero (e di fatto anche lui fece tre anni fa), di invito al silenzio. E invece questa volta, zitto, è stato lui, il sindaco. Come se la presenza di Curcio non fosse, non gradita, in una città che ha pagato anche in anni recenti, con l'omicidio Biagi firmato dalle brigate rosse, un prezzo alto.
Altissimo. Ed è così che oggi, nella città che celebra l'antiterrorismo, chi ancora ne incarna lo spirito e la storia antidemocratica ed eversiva, può (ed è giusto che lo possa fare se uomo libero come sottolineò lo stesso Pighi), impartire la propria lezione ed il proprio modello, sicuro che le forze democratiche ed istituzionali non battano ciglio o aprono bocca, anche per invitare, in nome di un doveroso rispetto per le vittime, silenzio.