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Aimag nelle braccia di Hera, su aumento di capitale cappa del silenzio

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Per evitare fino a quella data fughe di notizie, gli amministratori locali sarebbero stati obbligati di fatto a sottoscrivere un patto di riservatezza


Aimag nelle braccia di Hera, su aumento di capitale cappa del silenzio
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La situazione di Aimag ormai è ben nota. Da diversi mesi i sindaci del territorio si stanno riunendo alla ricerca di soluzioni. E l’unica che al momento pare possibile è un aumento di capitale sottoscritto integralmente da Hera. Che consentirà alla multiutility bolognese di raggiungere la maggioranza delle quote in Aimag, inglobando di fatto la consociata mirandolese.
Al di là delle valutazioni tecniche, c’è da comprendere a fondo gli impatti sociali e politici dell’operazione in corso. La cui portata deve andare ben oltre l’ordinario.
Perché se l’operazione di cessione di azioni ai privati operata negli anni scorsi dai comuni soci - che portò alla cessione del 35% del capitale a Hera e alle Fondazioni bancarie - fu fatta alla luce del sole, l’operazione in corso pare davvero essere avvolta nelle peggiori nebbie e brine della bassa di una volta. Nulla di inatteso, beninteso: quando la dirigenza di Aimag decise di comprare il ramo gas di Soenergy – operazione che secondo diversi osservatori sarebbe alla base delle gravi problematiche di bilancio attuali – l’operazione fu fatta attraverso la controllata Sinergas, senza il necessario passaggio nei consigli comunali dei comuni soci.

Oggi siamo allo stesso punto. Perché sul paventato aumento di capitale esiste il massimo riserbo. C’è una data limite: il 23 di gennaio, con la convocazione delle parti sociali.
Immaginiamo per la presentazione del nuovo piano industriale e la comunicazione degli impatti occupazionali. E immaginiamo che ciò avverrà dopo la ratifica del piano industriale da parte del CdA di Aimag. Prima di allora, non è dato sapere nulla di ufficiale. Dopo di allora, impossibile tornare indietro.
Ma fra le indiscrezioni che non dovrebbero uscire ma che poi escono sempre, ce n’è una che fa veramente riflettere: per evitare fino a quella data fughe di notizie, gli amministratori locali sarebbero stati obbligati di fatto a sottoscrivere un patto di riservatezza. Consiglieri comunali che sottoscrivono un patto di non divulgazione delle notizie che ricevono. Un contratto a tutti gli effetti, che crediamo conterrà delle penali. Che scade quando le scelte saranno prese e quando non si potrà tornare indietro.

Dal punto di vista politico e democratico questa è una gravissima violazione dei diritti dei consiglieri comunali. Aimag è – ancora per poco - una società a maggioranza pubblica. Le quote sono dei cittadini e l’unico organismo titolato a decidere sul patrimonio dei cittadini è il consiglio comunale. In questo caso, invece, la discussione pubblica viene bloccata a monte attraverso la firma di un accordo di riservatezza. Che imponga ai consiglieri di ascoltare e meditare in silenzio. Lezioni di yoga, più che consigli comunali.

Ma questi patti hanno davvero valore? No. In tante occasioni s’è cercato di imporre o opporre ai consiglieri comunali la riservatezza. Ma quei consiglieri che si siano opposti hanno sempre avuto ragione. Su una fusione fra utility del comune di Lecco fu imposto ai consiglieri un accordo simile, ma solo 12 su 32 lo sottoscrissero. “Non intendo firmarlo perché anche la Prefettura si è espressa dicendo che non c’è nessun obbligo” commentò un consigliere di sinistra. “Un accordo vessatorio che ci assoggetta ad accordi di segretezza verso soggetti di natura privatistica, per avere pieno possesso delle informazioni, è una pesante violazione che segnalerò alle autorità. Le regole della democrazia vengono messe in secondo piano per fare spazio alle logiche degli advisor e del mercato” uno dei cinque stelle.

Invece qui, con il sindaco Riccardo Righi di Carpi a controllare il PD e il sindaco Letizia Budri di Mirandola a controllare le destre va tutto bene e tutti devono tacere. Ma di solito quando va tutto bene per tutti i politici, significa che la politica sta proteggendo se stessa e che non finirà bene per nessuno dei lavoratori e dei cittadini.

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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..   Continua >>


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