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Con l'elezione in Senato alle elezioni di domenica la parabola politica del consigliere regionale Enrico Aimi raggiunge un culmine inaspettato. In Regione dal 2000, Aimi ha sempre giocato un ruolo-chiave nel centrodestra modenese. Nel 2012 aveva vinto col 75% dei consensi il congresso dell'allora Pdl, battendo Michele Barcaiuolo e di fatto cancellando dalla scena politica Isabella Bertolini.
Poi, nel 2013, aveva aderito convintamente a Forza Italia, nonostante il suo passato all'interno di Alleanza Nazionale divenendo di fatto - dallo scranno della Regione - l'uomo di riferimento di Silvio Berlusconi anche a Modena. Poi il terremoto dell'inchiesta spese-pazze (il procedimento a suo carico con 96mila euro complessivamente contestati è ancora aperto, a differenza del collega modenese Andrea Leoni che ha scelto l'abbreviato) sembrò metterne in crisi la leadership.
A dicembre dello scorso anno la morte di Altero Matteoli, amico storico e sua 'sponda' romana, ha rappresentato forse il momento più doloroso per Aimi.
Poi, con le candidature al Parlamento di inizio anno tutto è cambiato. Aimi si ritrova candidato al Senato al terzo posto dietro a Romani e Bernini. Posizione complessa, ma l'elezione non è impossibile. E il 4 marzo il successo: Aimi è senatore.
Ora sul suo nome il partito di Berlusconi, da sempre frantumato a Modena, ha trovato in questi giorni una nuova unità. Al suo fianco non solo i rappresentanti della sua corrente (Valentina Mazzacurati, Piergiulio Giacobazzi, Antonio Platis, Giovanni Gidari...) ma anche gli ex rivali interni come Andrea Galli che lo sostituirà in Regione e coloro che hanno dovuto digerire la delusione elettorale, come Anna Maria Bonacini (che in poche ora ha ritirato le critiche mosse dopo il voto).
Perfino il carpigiano Giorgio Cavazzoli ora festeggia il novello senatore.
E domani l'avvocato Enrico Aimi compirà 58 anni, per una volta tutta Forza Italia di Modena spegnerà (sorridendo a denti più o meno stretti) con lui le candeline.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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