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Anpi: 'Governo Usa aggregato affaristico mafioso', Mezzetti e Braglia applaudono
La Pressa
La piazza di Modena del 25 aprile ha 'regalato', in questo passaggio, uno degli aspetti più significativi su cui riflettere. Insieme ad un fascismo 'relativizzato' e sganciato dalla destra, dove il male assoluto diventa Trump al posto di Putin

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Come si può definire un 'aggregato affaristico mafioso, cupola della destra liberticida mondiale quale è l'attuale governo degli Stati Uniti'? Sono le parole del presidente provinciale dell'ANPI di Modena pronunciate lo scorso 25 aprile dal palco di piazza Grande, a Modena. Parole dure, accompagnate dall'applauso di approvazione e di evidente condivisione, del sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, (quest'ultimo intervenuto insieme a Bulgarelli), e del presidente della Provincia Fabio Braglia.
Posto che in Piazza Grande, alle celebrazioni e al comizio principale per il 25 aprile, tra i circa duemila presenti, i giovani praticamente non c'erano (pur rappresentati sul palco dalla ragazza del liceo classico con una lettera sul valore della cittadinanza italiana impossibile per tanti giovani stranieri in Italia), ci siamo posti nei panni di un giovane di venti anni che si fosse trovato di fronte a quelle parole pesantissime pronunciate con veemenza dal presidente Anpi in riferimento non al governo russo, come era accaduto lo scorso anno, ma al governo degli Stati Uniti d'America.
A differenza delle celebrazioni del 2024, dallo stesso palco, in cui Zelensky e i suoi sodali venivano assimilati a partigiani eroi da sostenere nella loro lotta assimilabile alla resistenza italiana, e Putin attaccato e condannato su ogni fronte, quest'anno la figura del leader russo è di fatto svanita, quasi non considerata, declinata dal Presidente Anpi nella sua definizione ormai storica di 'dittatore'. Nulla più. Quest'anno il bersaglio e le parole di odio e di condanna nei discorsi, soprattutto in quello del presidente ANPI, che che hanno animato e ricordato lo spirito sedicente antifascista che combatte contro il male assoluto e globale, sembrava non fosse più Putin ma Trump e il governo degli Stati Uniti. Con il plauso convinto di sindaco e presidente della provincia. Applausi evidenti, i loro. Convinti.
E' infatti nel momento in cui Vanni Bulgarelli, presidente Anpi, dopo avere messo in guardia i presenti dall'avanzare di un nuovo fascismo che si nutre di odio di parole d'odio, discriminazione razziale e sociale, fa riferimento al governo degli Stati Uniti definendolo appunto 'un aggregato affaristico mafioso, cupola della destra liberticida mondiale', che scatta l'applauso convinto e forte del sindaco di Modena Massimo Mezzetti e del presidente della provincia Fabio Braglia e di non sappiamo se e quali altri rappresentanti istituzionali (visto che la nostra inquadratura era su di loro), sul palco. Ma quel gesto, come si dice in gergo dialettale, 'basta e avanza'.
Perché un conto è che quelle frasi, pur nella loro gravità, le pronunci Vanni Bulgarelli, nel suo incarico di parte e nella sua battaglia politica alla quale ormai ha abituato, un conto è che tutto ciò sia sottoscritto in un applauso fiero e convinto dal sindaco di Modena e dal Presidente della provincia in una cerimonia pubblica e istituzionale. Brutto segnale, simbolo del fatto che la contrapposizione politica e ideologica nei confronti di Donald Trump (tra l'altro eletto anche dalla pancia di quella America fatta dai lavoratori di cui il presidente ANPI e in generale la sinistra crede e ostenta ancora di rappresentare nei sui valori sociali), ha ormai assunto un livello tale, anche di assuefazione, da trasporsi dal piano ideologico e politico a quello istituzionale, senza colpo ferire. Accompagnato da un lato dagli applausi, ma ciò che forse è ancora più significativo, dall'indifferenza generale. Perché quelle parole, pronunciate con tale veemenza, così come quelle reazioni o non reazioni, non offendono solo gli Stati Uniti e chi li governa, ma lo stesso spirito democratico, di condivisione di principi democratici, di superamento dei conflitti in nome di quei principi e di quegli ideali che animano, o almeno dovrebbero animare, la piazza del 25 aprile. E' questo messaggio che ANPI e Comune di Modena hanno voluto mandare ai giovani?
E' l'operazione culturale e politica in base alla quale nell'assenza dichiarata dallo stesso palco di un fascismo storico, si dipinge un nuovo fascismo da combattere incarnandolo nell'avanzare e nel consenso attribuito dalle urne a governi come quello italiano o a quello degli Stati Uniti, tratteggiato quasi come male assoluto, che si vuole traghettare alle nuove generazioni? E quell'applauso di Mezzetti e Braglia ad un attacco verbale e concettuale così violento e divisivo nei confronti degli Stati Uniti, (insieme e in nome dei quali la liberazione andrebbe tra l'altro celebrata e non fatta nuovamente propria con spirito di parte e vessillo di una battaglia politica), come si traduce sul piano di azione politica ed istituzionale? Non il 25 aprile, ma oggi, domani e dopodomani?
Ma collegato a questo dal discorso di Piazza Grande c'è tanto di più, o tanto di meno rispetto anche solo il comizio dello scorso anno in cui l'Anpi, tra l'altro, venne fatta parlare per ultima.
Sia gli interventi di Bulgarelli che di Mezzetti hanno di fatto posto in discussione, o meglio si sono sganciati, dai confini tradizionali del concetto di fascismo, spostandolo da una precisa collocazione storica, e attualizzandolo in una dimensione valoriale contemporanea, in una azione comportamentale, quasi individuale. Quasi non fosse più questione di destra o sinistra, ma di adesione o meno a principi come libertà, solidarietà e giustizia sociale. Una trasposizione ugualmente non priva di rischi, soprattutto per chi identifica di fatto solo nelle categorie politiche della destra le caratteristiche del fascismo.
La repressione dei diritti delle minoranze, la criminalizzazione delle lotte sociali, la gestione violenta delle migrazioni e la diffusione di linguaggi d’odio citate da Bulgarelli in riferimento al governo USA diventano – nella visione del presidente dell’ANPI e del sindaco – i nuovi segni distintivi del fascismo contemporaneo. Questo può essere vero, anzi lo è, ma pone il tutto su un terreno scivoloso, soprattutto per quella sinistra che vorrebbe fare credere di essere unica e degna depositaria della lotta alle disuguaglianze, alla discriminazione e paladina delle lotte sociali.
Bulgarelli ha elencato una serie di realtà e lotte internazionali – dalla resistenza dei popoli oppressi ai movimenti per la libertà in Iran e Myanmar, dai giovani studenti alle ONG che salvano vite in mare – accomunate tutte da un’identica battaglia: quella antifascista. Ma l’antifascismo diventa così un’identità globale e trasversale, che non si esaurisce nella celebrazione del passato ma vive nell’impegno quotidiano, a partire dal singolo che vive la sua vita nel rispetto della costituzione e che antifascista lo è, senza doverlo dichiarare. Senza definizione, ma nei fatti. Come lo è quel bambino nato in Italia da genitori stranieri che cittadino italiano, nella scuola e nella vita quotidiana lo è già, nel proprio vissuto, nel quotidiano, nei diritti uguali per tutti i suoi amici e che non si porrebbe il problema di non essere italiano sulla carta se non fosse l'iniziativa plateale di qualche sindaco a ricordaglielo 'omaggiandolo' di una cittadinanza simbolica su una pergamena.
Sul palco del 25 aprile di Modena il concetto di fascismo non si sa quanto consapevolmente viene così relativizzato, sganciato dai paradigmi che lo associavano alla destra. E ciò si riflette anche nelle parole del sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, che ha fatto eco (solo perché ha parlato dopo il presidente Anpi), alle parole di Bulgarelli. Mezzetti mette in guardia dall'avanzare di un fascismo mai morto ma rintracciabile in nuove forme e che, usando le parole da lui attribuite dal veronese 'eroe della resistenza' Lorenzo Fava (ma che in realtà risultano essere tratti da scritti di Giuseppe Berto), sopravvive anche laddove le camicie nere sono scomparse. Un fascismo “di ritorno”, ha detto, che si manifesta attraverso egoismo, maschilismo, arrivismo, nepotismo, razzismo e culto della personalità. Ovvero categorie che fanno parte non più solo di un essere o di un vissuto politico, o identificabile come tale. Secondo Mezzetti, il vero pericolo è credere che il fascismo sia un fenomeno consegnato alla storia: la sua essenza, ha sottolineato, è ancora tra noi, mascherata ma viva. Che non si nasconde nella destra ma trascende le categorie politiche. E che solo una lettura politica e ideologica ha cercato di riportare, come successo dal palco di piazza Grande un pizzico di contraddizione, nelle categorie e di una parte politica.
Forse inconsapevolmente, in piazza a Modena, quest'anno è andata in scena una nuova lettura della storia e dell’attualità, accettando, ma di fatto promuovendo, l’idea che “fascismo” e “antifascismo” oggi non siano più solo categorie legate alla destra e alla sinistra ma alla coscienza e al comportamento individuale che, come somma di singoli, diventa collettiva. Superando quelle stesse divisioni politiche che forse non a caso Bulgarelli Mezzetti hanno voluto rimarcare, in nome dell'antifascismo.
Gianni Galeotti
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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