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Le barriere della discriminazione nei confronti dei non vaccinati (considerando tali anche coloro che hanno fatto una, due ma non tre dosi), introdotte con decreti politici al di la della loro fondatezza scientifica, sono state via via abbattute. Nelle scuole (dove il personale non vaccinato o senza ciclo completo o guarito da più di 3 mesi è ora considerato alla stregua dei vaccinati con ciclo completo), nello sport (dopo indimenticabili mesi di aberrante discriminazione nell'accesso e nella partecipazione allo sport di minori non vaccinati ai quali era impedito anche salire sugli autobus), e in altri ambiti lavorativi (esclusi quelli sanitari), dove l'avere scelto di non vaccinarsi in via sperimentale era motivo di sospensione dal lavoro senza stipendio e ora non lo è più. Più di recente un altro baluardo della discriminazione politica, introdotto per decreto senza spiegazione scientifica, attraverso la differenziazione dei tempi di quarantena per vaccinati con terza dose e non vaccinati o parzialmente vaccinati, è caduto.
Equiparando il tempo di isolamento obbligato a seguito di tampone positivo dei non vaccinati a quello dei vaccinati con ciclo completo. Ma è in questo ambito, dell'isolamento covid dopo positivo, nonostante le differenze annullate nella durata della quarantena, che resiste un'altra discriminazione, mantenuta tale per motivazioni altrettanto ed esclusivamente politici, visto che a livello scientifico nessuno è in grado di fornirne spiegazione. Ovvero, a parità di isolamento covid, a parità dell'attivazione del fascicolo sanitario elettronico, solo chi è vaccinato, e solo con terza dose, può trasmettere il risultato di un tampone fai da te sul fascicolo elettronico, per concludere la quarantena. Chi non è vaccinato con almeno tre dosi non può farlo ed è obbligato a recarsi fuori (farmacia o drive) per sottoporsi al tampone. Una discriminazione che rimane, difficile se non impossibile da spiegare se non all'interno di una visione politica autoreferenziale, involuta e fuori dal tempo, che come nel caso delle mascherine prorogate di un solo mese da Speranza, prescinde da tutto e da tutti, soprattutto dalla scienza e dalla stessa realtà che avrebbe la presunzione ancora di governare o, meglio, tirare per la giacchetta.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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