Bonaccini e Muzzarelli, preservare potere è più forte di ogni attrito

'Un bravissimo sindaco'. Va bene dividersi, va bene litigare, ma quando serve fare squadra per preservare il potere, non si scherza


Entrambi assessori regionali, nell'ormai lontano 2014, si ritrovarono con candidature a parti invertite. il più esperto Muzzarelli costretto ad 'accontentarsi' della poltrona di sindaco di Modena e il rampante Bonaccini promosso (per molti oltre i suoi meriti di allora) a presidente della Regione Emilia Romagna.
Muzzarelli fece ovviamente buon viso a cattivo gioco, ma il rapporto non fu mai facile.
Bonaccini navigò con astuzia nelle salite e discese (più che altro discese) del Pd, passando dal sostegno a Bersani all'appoggio a Renzi, per poi tornare a Zingaretti, mentre Muzzarelli rimase più coerente con se stesso, abbozzando una svolta renziana dell'ultima ora solo quando non essere renziani significava non essere.
Più volte si scontrarono su candidature e nomine (anche recentemente sulla promozione di Fabio Braglia alla presidenza della Provincia di Modena), ma nei momenti importanti, l'uno vi è stato per l'altro e viceversa. Bonaccini era al fianco di Muzzarelli nella sua campagna elettorale alle comunali e Muzzarelli era al fianco di Bonaccini nel difficile passaggio delle Regionali.
Un elastico che non si è mai spezzato (nemmeno nel dibattito sulla scelta del futuro candidato sindaco di Modena, con Bonaccini a sostegno di Bortolamasi e Muzzarelli a sostegno di Guerzoni non potendo sostenere se stesso per la terza volta), perchè a renderlo forte è sempre stato un collante preciso: il mantenimento del potere.
Va bene dividersi, va bene litigare, ma quando serve fare squadra per preservare il potere, non si scherza. Non certo per affetto del proprio alter ego, ma per una ferrea logica machiavellica. Se Modena dovesse passare al centrodestra, il presidente della Regione sarebbe meno forte, e se la Regione dovesse passare al centrodestra il sindaco di Modena rischierebbe di far la fine dei vasi di coccio manzoniani. Per questo per Bonaccini Muzzarelli è un 'bravissimo sindaco'. Da applausi. E dovesse capitare, Muzzarelli dirà la stessa cosa: 'un bravissimo presidente'. Un bel direttore!
Così, nonostante dissapori e attriti personali, Muzzarelli e Bonaccini continuano a camminare mano nella mano, abbracciandosi a favor di telecamere e superando vecchie appartenenze e steccati. Basti pensare che il duro e puro ex Ds Muzzarelli sosterrà Bonaccini nella corsa alla segreteria Pd. Bonaccini e non la Schlein con la quale certamente il sindaco di Modena ha più affinità ideali. Funziona così, prima il dovere.
Giuseppe Leonelli
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