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Formalmente il suo sarebbe dovuto essere il ruolo di guida attiva, di timoniere del Pd modenese nella difficile fase di individuazione del candidato sindaco del centrosinistra. In realtà il segretario cittadino Pd, Federica Venturelli, da settimane si trova a dover svolgere l'ingrato compito di spettatrice nel braccio di ferro tra i due cosiddetti big Dem, Stefano Bonaccini e Giancarlo Muzzarelli. Nè arbitro nè traghettatore, la Venturelli, dopo aver aperto con ottimismo il percorso delle consultazioni, si è ritrovata nelle condizioni di partenza, con un ventaglio sterminato di candidati (otto o più), specchio dell'unico vero dualismo iniziale, quello cioè che contrappone il sindaco uscente al governatore regionale.
Certo, volendo avrebbe potuto far pesare la sua carica formale, avrebbe potuto ricordare a tutti che ella, 4 anni fa ottenne il record di preferenze tra i consiglieri (oltre 1300), avrebbe potuto gridare che i suoi 28 anni non erano un difetto bensì un pregio per un partito sempre più vecchio e meno in grado di parlare ai ragazzi, avrebbe potuto cercare una sponda nell'esperto segretario provinciale Roberto Solomita, ma davanti allo scontro tra Giancarlo e Stefano la Venturelli ha deciso di fare un passo indietro.
Troppe, probabilmente le pressioni ricevute, troppo alta la voce maschile dei due contendenti, troppo ingrossata la vena del collo di Bonaccini e troppo sbrigativi i metodi decisionisti di Muzzarelli per cercare di essere davvero della partita. Così il segretario cittadino ha fatto il classico passo di lato e ha deciso di stare a guardare, senza scontentare troppo nè l'una nè l'altra parte, aspettando di vedere quale 'delfino' la spunterà. Se l'uomo di Bonaccini (Bortolamasi, peraltro predecessore della stessa Venturelli alla guida del Pd modenese, o Baruffi) o quello di Muzzarelli (Guerzoni). Solo a quel punto anche lei, Federica Venturelli, uscirà allo scoperto. 'Pancia a terra' col candidato, come si ama dire in casa Dem.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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