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Da Piazza Roma, salotto bello e buono di una Modena che prova anche ad essere patinata, scelto come palcoscenico per le selezioni di miss mondo, c'è poco, veramente poco, per arrivare al piazzale dell'R-Nord e della palazzina Pucci o a via Finzi. Dieci minuti a piedi, due in macchina. Forse questo lo sanno anche le donne dell'UDI. Quelle che dicono no a miss mondo, perché offensivo delle dignità della donna. Forse lo sanno, le donne dell'UDI, che li, ogni sera, ogni notte, da anni dalle ore 8 di sera alle 2 del mattino, si tengono altre selezioni, meno patinate. Quelle tenute da sfruttatori africani che ogni sera accompagnano schiere di donne (circa 15 quelle distribuite in posti definiti, e guai a chi sgarra, nel rettangolo disegnato da via Finzi, via Massarenti, via Canaletto e viale del Mercato).
Donne, persone, che come tali non hanno nulla di diverso rispetto alle candidate in costume e con fiori in passerella. Donne, perchè tali sono, in tutto il loro essere donne, dai volti e dalla bellezza persa nel buio della notte, illuminate non dai riflettori dei set e delle passerelle ma solo dalla luce dei fari delle auto dei clienti. Donne, selezionate anche da coloro che poi le usano, nelle macchine, nelle cabine dei camion, nelle aree abbandonate e degradate e buie della zona. Sfruttate, abbandonate, schiavizzate, minacciate, ricattate, violentate. Sole.
Davvero sole, in quell'incubo che si ripete ogni notte, sotto le minacce degli sfruttatori che le controllano a vista in bici o in auto appostate a breve distanza. Donne, alcune anche drogate (le siringhe usate sono riapparse dopo anni sui marciapiedi della zona), forse per farle apparire tristemente euforiche anche quando c'è freddo, e la notte è lunga.
Donne.
L'UDI sa che esistono, forse l'UDI sa anche che da anni nemmeno le unità di strada previste dal progetto 'Oltre la strada', finanziato dal 2007 dalla Regione, le vanno più a trovare, ad assistere e, in alcuni casi, a farle uscire dal tunnel dello sfruttamento. E se l'UDI sa di tutto questo, allora perché 'sparare' su miss mondo e sui concorsi di moda offensivi della dignità della donna? Che cosa c'è di più offensivo e deplorevole per la dignità di una donna nell'essere sfruttata e schivizzata su strada pubblica? Cosa c'è di più deplorevole, di fronte a a tutto ciò, di un non detto quando si potrebbe dire, di un non fatto quando si potrebbe agire? O del parlare, quando si potrebbe, semplicemente, tacere?
Gianni Galeotti