Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Non mi interessa sapere molto altro. O meglio, come credo tutti, voglio anche io conoscere la realtà dei fatti così come sono davvero accaduti ovvero se quelle studentesse americane, da pochi giorni a Firenze per motivi di studio, siano state violentate oppure se fossero in qualche modo consenzienti.
Eppure, davvero, non mi interessa sapere altro: ciò che so è drammaticamente sufficiente.
Si perché quanto accaduto è, a prescindere dalle indagini future, molto grave. Lo sono, gravi, le parole pronunciate da uno dei due militari ieri in Procura. Indipendentemente dallo stupro che, se confermato, sarebbe un fatto inaudito.
Ma, dicevo, già bastano le parole del militare. Quaranta anni e metà vita nell’Arma, ieri pomeriggio, in procura a Firenze ha confessato: “È vero, ho avuto un rapporto sessuale con una delle due ragazze, ma è stato un rapporto consenziente.
È stata lei a dirmi se volevo salire nel suo appartamento, e io ho fatto quello che ho fatto. Non so cosa mi sia successo, ma ormai non si può tornare indietro. Se potessi, dottoressa - aggiunge il militare rivolto al Procuratore - riavvolgerei il film per tornare indietro”.
E no mi spiace, qui il film non si può riavvolgere e soprattutto non è un film. La realtà non cambia ed è drammatica.
Si perché Tu carabiniere, come tutti gli uomini che vestono una divisa, non sei un uomo qualunque. Non Ti puoi permettere, in servizio, di accompagnare a casa una studentessa, e poi dire quello che ieri hai affermato agli inquirenti.
Non è Ti è permesso di non gestire le tue pulsioni sessuali. No non puoi. In servizio non sei un uomo qualunque. E non sei un uomo qualunque mai. Con o senza divisa addosso.
In servizio o a riposo. E lo dico sapendo che molti ‘uomini qualunque’ non avrebbero comunque fatto quello che Tu, Voi, avete fatto. Nell'androne di un palazzo, il palazzo dove vivono queste due ragazze di 19 e 21 anni che quasi non parlano italiano e che - fidandosi della Vostra divisa - si sono fatte accompagnare a casa in piena notte sulla Gazzella.
Ancora peggio poi se, come sembra affiorare dalle indagini, l’agganciare studentesse in discoteca fosse una pratica consolidata, tanto che la polizia sta cercando di verificare se altri Carabinieri abbiano adescato studentesse in giro la notte per la città. Magari agevolati dal fatto di essere militari e quindi di non destare timori e preoccupazioni. Prassi consolidata... Terribile solo pronunciarlo, ma si teme questo.
Ecco: tutto questo è molto grave.
E lo dico con un rispetto immenso per tutti gli uomini (e le donne) delle forze dell’ordine che nei miei momenti difficoltà, ho sentito vicino, e mi hanno consentito di ritenermi al sicuro e protetta. Questa sicurezza, che forse ha molto a che fare anche con l’irrazionalità, non dovrebbe mai essere scalfita di un millimetro. Dei carabinieri e della polizia bisogna fidarsi. 'Solo di loro, insegnano a scuola' - ha detto l'avvocato di una delle due vittime.
Dicono che i super eroi non esistano. Sì, ma quanto accaduto a Firenze rischia di tradire uno degli ultimi baluardi di un Paese da tempo senza più punti di riferimento. Ora, dopo i fatti di Firenze, nemmeno di Voi, carabinieri, ci si può fidare. Nemmeno di Voi che, come i sacerdoti, predicate giustizia e rettitudine. Come tanti, troppi sacerdoti, hanno macchiato per sempre l'abito che indossavano in modo orrendo, Voi avete macchiato una divisa che per molti era ancora il mantello dell'ultimo Batman.
Non solo militari infedeli o corrotti, ma militari dalle cui aggressioni una donna deve difendersi. Eroi che usano il loro mantello non per proteggere le persone più deboli dalla pioggia che violenta cade sul mondo, ma come esca per aggredire chi cerca aiuto.
E questa è una colpa che le Vostre vittime non possono perdonarvi. E neppure io posso farlo. Non servono purtroppo nemmeno le 'punzioni esemplari' promesse dal ministro della Difesa Pinotti, perchè la giustizia esemplare mi spaventa. La giustizia è sufficiente sia giusta. Vedete, di esemplare era rimasta l'idea, per usare uno slogan forse datato ma ancora caro a tanti italiani, di un'Arma che ci protegge. Non certo un'Arma dalla quale difendersi. Ha ragione il generale Del Sette: 'Col vostro gesto avete infangato tutto l'Arma. E' imperdonabile'.
E, per quello che mi riguarda, avete contribuito a farmi sentire ancor più indifesa.
Cinzia Franchini