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L'ufficialità è arrivata oggi, con una compassata nota firmata dai vertici di Azione, Paolo Zanca e Simone Morelli.
Simone Morelli, appunto. Morelli oggi ha ufficializzato l'accordo col Pd di Carpi e, in particolare, col candidato sindaco Riccardo Righi. Quel Riccarco Righi che è l'erede di Alberto Bellelli e che è stato assessore chiave nella sua giunta.
Parliamo dello stesso Morelli protagonista della famosa inchiesta Carpigate, uscito assolto da tutti i procedimenti giudiziari, ma oggetto di feroci attacchi politici da parte della allora prima giunta Bellelli.
Parliamo dello stesso Morelli le cui intercettazioni rimbalzarono per mesi sui quotidiani.
Ecco, oggi è tutto perdonato. Reciprocamente. Indipendentemente da torto o ragione le due parti si sono ricongiunte, non per un desiderio di pace, ma per convergenti interessi politici. Riccardo Righi, uomo della continuità con Bellelli, accoglie Morelli per poter avere l'appoggio di Azione e per cercare di scongiurare al voto di giugno la ruota della fortuna del ballottaggio.
In cambio, in caso di un buon risultato della lista di Azione, Morelli rientrerà nella politica carpigiana dalla porta principale, magari anche come vicesindaco.
La politica è così. Non ci sarebbe neppure da stupirsi. Eppure rileggendo le esternazioni di allora, si resta ammutoliti. In silenzio davanti a tali ardite giravolte. In silenzio davanti all'ennesima dimostrazione di come la convenienza politica superi sempre e comunque la coerenza delle dichiarazioni. In silenzio anche davanti all'ingenuità di chi, a suo tempo, credette davvero in uno scontro tra una politica 'sana' e una politica legittima (viste le sentenze) ma non politicamente esemplare.
Ecco, oggi davanti alla alleanza tra il Pd e la corrente di Morelli rappresentata da Azione, resta solo il silenzio. Il Pd non spiega, Azione non ricorda il passato, tutti fanno finta di nulla.
Un colpo al cuore agli ultimi illusi, romantici, ingenui.
g.leo.
Redazione Pressa
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