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Ora, che le frasi sul personale sanitario femminile del sindaco di San Prospero Sauro Borghi fossero a dir poco inopportune non vi è dubbio. Il nostro giornale, La Pressa, è stato l'unico (proprio perchè unico presente con un giornalista all'incontro) ad aver pubblicato il video nel quale le pronunciava, scherzando, con il direttore di chirurgia dell'ospedale di Mirandola Stefano Sassi.
Non è quindi certo in discussione la volontà di minimizzare l'accaduto, ma - detto questo - la levata di scudi unanime e feroce (quasi tutta proveniente dal mondo Pd al quale Borghi appartiene col centrodestra che è rimasto a guardare) appare sproporzionata rispetto alla gravità di quanto affermato dal sindaco.
Contro Borghi, come i nostri lettori hanno potuto leggere, si sono scagliate le donne Pd, l'ex parlamentare Giuditta Pini, la Cgil, la sezione Pd di San Prospero e ogni tipo di ente che ruota intorno al sistema Dem. Un fuoco incrociato (tutto proveniente da sinistra) di cui non si ha memoria, neppure quando a pronunciare frasi simili, anzi peggiori perchè indirizzate a persone con un nome e un cognome (peraltro colleghe assessori), fu il vicesindaco di Modena Gianpietro Cavazza. A Cavazza venne in fretta perdonato tutto, in nome di un 'quel che è stato è stato, scordiamoci il passato', mentre Borghi ha dovuto addirittura autosospendersi dal Pd e cospargersi il capo di cenere, camuffate dal capello brizzolato che lo contraddistingue.A questo punto, giornalisticamente, è giusto porsi la domanda del perchè di tanta furia? E' sufficiente a spiegarla col merito delle parole del sindaco? E' sufficiente spiegarla con la battaglia formale che la sinistra porta avanti sul tema di genere? Oggi, indubbiamente, alcuni grevi ma divertenti film anni '80 verrebbero messi semplicemente al rogo. Ma è solo questo? Questo accanimento contro Borghi si spiega solo con l'esigenza della sinistra di tener distinto il piano privato (dove tutto è concesso e dove anche i dirigenti più intransigenti e femministi del Pd si lasciano andare a battute triviali) da quello pubblico che dev'essere specchiatissimamente politicamente corretto?
Questi argomenti hanno indubbiamente un peso. Ma un dubbio sottile non lascia la mente, pur un po' lenta, dell'osservatore distaccato. Sauro Borghi in questi mesi si è fatto promotore e primo attore di una battaglia per il mantenimento della partecipata Aimag alle realtà del territorio, salvaguardandola dalle ambizioni (sempre più concrete) del colosso Hera.
Una battaglia sacrosanta e che rivendica l'autonomia di un gioiello e di una eccellenza rara come Aimag.
Sul tema, come noto, vi è uno scontro passato dal piano politico al piano legale col sindaco di Carpi e con la sua corrente, di cui fa parte anche il sindaco di Soliera Roberto Solomita e quello di Bastiglia Francesca Silvestri. A breve (il 14 dicembre) sul tema è infatti attesa la sentenza definitiva del ricorso al Tar presentato dai 7 comuni modenesi Area Nord e 4 mantovani, cordata della quale Borghi, come detto, è capofila spendendosi in tutti i modi.
Ecco, il dubbio sottile è che il Pd, quello che conta (non quello della Bassa che sul tema ha dovuto prendere formalmente posizioni simili a quelle di Borghi per non perdere i pochi consensi rimasti), non perdoni al sindaco di San Prospero non tanto le frasi sulle donne, non tanto la sua inopportuna e - ripetiamo - censurabile goliardia, ma questa questione dirimente per il futuro della Bassa. Una questione economica di portata epocale per il territorio. Come se non bastasse fino a ieri Borghi stava pensando infatti di candidarsi sindaco a Mirandola. Un po' troppo per il Pd. A pensar male...
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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