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Stai a vedere che alla fine è la mancanza che tiene assieme il mondo. Mancanza, da una parola latina che significa 'imperfetto', allude al fatto di essere privi di qualcosa o di non averne abbastanza. Viene da chiederselo, allora, cosa manchi a Modena oggi. Manca un'idea urbanistica concreta di città, di quelle che facciano sentire che il lavoro che si fa sul parco Ferrari sia davvero parte di un progetto e non solo il ridente treno economico di un concerto che passa. Manca la fallibilità del potere, quella linea sottile che ti impone di amministrare bene perché alle prossime elezioni non è mica sicuro che la fascia tricolore continui ad appoggiarsi ai tuoi fianchi. Manca una politica autenticamente autonoma dalle cooperative e dal sistema degli appalti e di conseguenza viene a mancare la sicurezza sull’assegnazione pulita delle opere che riguardano tutti.
Avanti, ancora: cosa non va a Modena? Che la gelatina che impasta costruzioni e politica non riesce comunque a far uscire i chioschi di viale Rimembranze dal vicolo cieco in cui l’amministrazione li ha ficcati. E che dire dell’arte? Ce n’è a bizzeffe di ogni secolo, ma si fa fatica a creare anche solo un motivo artistico per scegliere Modena ad un’altra città in Emilia. Un dipinto del Guercino sparisce in un’afosa mattinata di agosto (poi lo ritrovano, eh, ma Modena non c’entra mica nulla); della Galleria Estense si celebra in pompa magna la riapertura post sisma e poi boh, buona fortuna; il Mata è famoso per accogliere i più grandiosi flop artistici degli ultimi anni, mostre che più che altro sono buchi da 500mila euro alla volta; il Mef è bello e famoso ma poco altro.
E poi a Modena mancano gli occhi, nel senso che non se ne hanno forse mai abbastanza per guardare ovunque, come quando hai un bimbo piccolo che corre da tutte le parti e finisce per farsi male proprio quando ce l’hai davanti; ma mancano occhi anche nel senso che mancano sguardi. Quelli fissi e diritti che non cadono quando incrociano altri occhi; quegli sguardi che sembrano di sfida e in effetti lo sono, quegli sguardi a volte antipatici perché strafottenti eppure ugualmente fieri. Ecco, la mancanza di uno sguardo che dopo aver visto provi anche a parlare. Senza paura, quasi sempre con rispetto anche se spesso sopra le righe, ma sempre con onestà. Sentivamo la mancanza di questa roba qui: mica salveremo il mondo, anzi. Per dirla con un’espressione che abbiamo sentito mille volte dal nostro direttore, probabilmente non salveremo nemmeno noi stessi. Ma quel vuoto lì, quella mancanza che rimane, quella spinta a guardare a ogni costo: non potevamo più tenerceli addosso. La verità è che ci mancavamo.
Sara Zuccoli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>