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Il fallimento della raccolta rifiuti porta a porta che, come lamentano i cittadini, ha reso la città più sporca sia in centro che nei quartieri, come hanno dovuto ammettere seppure a denti stretti sia il suo partito, il Pd, che ha parlato di ‘evidenti criticità’, che l’assessore Filippi che ha promesso in consiglio comunale ‘interventi e miglioramenti’; la dilagante criminalità che allarma e spaventa i modenesi, divenuta una vera e propria ‘emergenza’ per la sicurezza del cittadino; l’incapacità di gestire il flusso di migranti provenienti dall’Africa dopo anni in cui egli e i suoi assessori dipingevano demagogicamente Modena come ‘città modello, accogliente, inclusiva, ricettiva, solidale’, ammettendo invece ora che ‘i migranti sono troppi’ e che Servizi sociali del Comune, le Cooperative e il volontariato non sono in grado di garantire condizione dignitose per coloro che arrivano; il tentativo di ‘condurre le danze’ per la scelta del nuovo sindaco (di suo gradimento) tra i tanti concorrenti alla poltrona di piazza Grande; il suo futuro politico (in Regione?) dopo i dieci anni come primo cittadino, sono i pensieri che assillano Giancarlo Muzzarelli.
E lo dimostra il nervosismo (che cerca invano di nascondere) affidandosi alla ben sperimentata ‘arma’ della ribalta mediatica a tutti i costi, del volere apparire tutti i giorni sui giornali con una o più foto al giorno, a scapito dei suoi assessori tenuti sempre in secondo piano, non rendendosi conto che questo eccesso di sovraesposizione, di ricerca esasperata delle luci della ribalta e l’ansia di protagonismo, del retorico annuncio di futuristici progetti per il territorio e mai di inaugurazione di opere concretamente eseguite dalla sua attuale giunta, di essere insomma sempre sopra le righe, da ‘uomo solo al comando’ (come vi riusciva Fausto Coppi, ma nelle corse ciclistiche), rischia di essere un boomerang per lui e non evitare quella che qualcuno ipotizza come una Caporetto per il Pd modenese.
Rifiuti urbani, criminalità, migranti, lotte intestine per la scelta del candidato sindaco, potrebbero dunque essere per Muzzarelli altrettanti motivi del fallimento della sua amministrazione e quindi la ragione della perdita delle elezioni da parte del suo partito, ma anche di una sua malinconica uscita di scena.
D’altra parte sono note le critiche di eccesso di protagonismo, di arroganza nella gestione del potere, di autosufficienza, di mancanza di volontà di ascolto delle minoranze in consiglio comunale e delle esigenze dei cittadini (quotidiane le lamentele dei modenesi ai giornali per essere lasciati soli di fronte alla criminalità, al degrado e ai problemi della città), per le tante cose promesse e annunciate in campagna elettorale ma lasciate in sospeso e non attuate, per una giunta comunale composta da assessori con poca o nessuna personalità a fronte di un sindaco a volte autoritario che ha imposto la sua volontà e il suo indubbio carisma a danno della partecipazione popolare.
Critiche che ricompaiono ora nelle dichiarazioni del segretario del Pd Solomita che chiede per il futuro ‘il coinvolgimento delle comunità e la liberazione dalle briglie per dare voce alle proposte dei cittadini e alla programmazione del territorio’, ma anche in quelle di possibili candidati alla poltrona di sindaco, come quelle di Francesco Ori che ha parlato apertamente della ‘importanza della qualità del programma e meno dei singoli’, di una città che vuole essere ‘ascoltata e coinvolta nelle scelte del Comune’, della importanza di formare ‘una squadra di qualità e non solo la ricerca di un top player perchè nessuno è indispensabile’.
Parole che appaiono chiare ed inequivocabili.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>