Dal Pd a Fdi: la devozione al capo di turno unica misura per far carriera
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Dal Pd a Fdi: la devozione al capo di turno unica misura per far carriera

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Se la competenza è un orpello, il merito un inciampo e il libero pensiero un ostacolo, come è possibile associare ancora alla politica e al conseguente impegno nelle istituzioni, il famoso 'bene comune'?


Dal Pd a Fdi: la devozione al capo di turno unica misura per far carriera
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C'è un filo rosso che collega destra e sinistra, che vale da nord a sud del Belpaese, ma che forse nella roccaforte modenese, dove nulla cambia da 80 anni e dove tutto è cristallizzato da sempre, si avverte con maggior forza.
L'equazione è semplice: la possibilità di fare carriera politica all'interno del proprio partito è direttamente proporzionale alla prova di fedeltà, anzi sarebbe meglio dire devozione, che si offre al capo di turno. Ovviamente non importa quanto questa servile genuflessione sia sincera, quanto l'animo dell'allievo sia davvero piegato ai desiderata del maestro, l'importante è l'ostentazione di tale atteggiamento deferente, da abbinare (se possibile) alla dimostrazione di capacità inferiori a quelle del leader, per non adombrarne in alcun modo il ruolo. Insomma, una eventuale artrite alle ginocchia che non consenta di prostrarsi a dovere, può pesare nel percorso di un aspirante politico di successo, molto più che anni di studio, di preparazione e del cosiddetto 'ascolto del territorio'.


La regola vale per il Pd così come per Fdi (per citare i due partiti oggi predominanti) e gli esempi recenti non mancano. A livello nazionale i casi sono sotto gli occhi di tutti (basti provare a criticare le sorelle Meloni per accorgersi di quanto repentinamente si possa cadere in disgrazia), ma anche a Modena il modello funziona perfettamente.
Nel Pd l'indiscusso capo locale è Giancarlo Muzzarelli. A lui guarda la segreteria cittadina (con la fedelissima Federica Venturelli) e a lui risponde (a malincuore) pure la segreteria provinciale di 'Teto' Vaccari che è ben consapevole di come la corrente di Luca Sabattini sia ancora lontana da poter scalzare la ‘vecchia guardia’. Ebbene, le possibilità di successo alla candidatura alle prossime Regionali sono legate a doppio filo proprio alla devozione dimostrata a Muzzarelli stesso.

Lo sa bene Ludovica Ferrari che ha commesso l'errore di cercare sponde altrove (in particolare proprio in Luca Sabattini) e per questo è stata subito 'punita' dall'ex sindaco che le ha preferito la fidata Maria Costi.
In casa Fdi, dove la gerarchia è ancor più rigida, la dinamica appare in modo maggiormente vistoso. L'ultima vicenda legata alle candidature in viale Aldo Moro è macroscopica. A livello provinciale il leader indiscusso è, come noto, il senatore Michele Barcaiuolo il quale ha deciso in modo del tutto autonomo (altro che 'me lo ha chiesto Roma') di candidare la moglie, Annalisa Arletti, in Consiglio regionale. La cosa (a microfoni silenziati e a cellulari in rigorosa modalità aereo) appare a quasi tutti i meloniani modenesi fuori da ogni logica, ovviamente. Eppure nessuno parla, perchè tutti sanno che criticare il capo significherebbe essere fuori. E quindi via di inchini, inni d'Italia cantanti a squarciagola (anche se stonati) e deferenti applausi. Da spellarsi le mani.

Ma, a fronte di questi chiari meccanismi, una domanda emerge dalle profondità in cui è stata sepolta l'etica politica. Se - in assenza di una scuola politica che possa chiamarsi tale - l'unica misura del successo di un politico (di destra, sinistra, su, giù, centro) è la fedeltà, che classe dirigente siamo destinati a promuovere a livello locale e nazionale? Se la competenza è un orpello, il merito un inciampo e il libero pensiero un ostacolo, come è possibile associare ancora alla politica e al conseguente impegno nelle istituzioni, il famoso 'bene comune'?
La domanda, pur nascosta da decenni di opportunistiche battaglie per la sopravvivenza del singolo, non è di poco conto. Perchè riguarda tutti i cittadini. Riguarda l'uso delle risorse pubbliche, riguarda la ratio con cui viene decisa la spesa per la sanità, per la scuola, per la giustizia... Riguarda l'idea di futuro di Paese.
A meno che non si pensi al futuro come allo spazio che intercorre tra la cena e il pranzo... E allora va bene così, i giullari continuino a sollazzare i potenti, i fuochi d'artificio distraggano il popolo e finti scandali riempiano le pagine dei giornali. Si continui così, navigando a vista, del resto chissà se domani ci saremo ancora...
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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