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Con una licenza verbale qualcuno parla di 'bruciatore', e non è quello dell'inceneritore prontamente acceso qualche anno fa, per la gioia dei polmoni dei parmigiani, dall'amatissimo da destra e da sinistra Federico Pizzarotti. Si tratta invece di un bruciatore virtuale acceso in casa Pd dal voto del 4 marzo e nel cui fuoco - che si sta alimentando in questi giorni - finiranno anche le poltrone sulle quali avevano da tempo messo gli occhi (un po' come la Lucia manzoniana) i vari capi-corrente locali. Sì, perchè la batosta elettorale non pesa soltanto in termini negativi per chi - tra i Dem - sperava in un seggio romano, ma anche per chi già guardava alle prossime nomine ed elezioni.
E' bruciata certamente, sotto i colpi di quello striminziato 19% nazionale ottenuto dal Pd, la poltrona in Senato ri-sognata da Stefano Vaccari.
Ma brucia anche il desiderio di un futuro approdo in Parlamento della eterna sgomitante (ma senza farlo vedere troppo) Francesca Maletti. Brucia la possibilità di un posto in Regione (perchè certamente caleranno le poltrone) per tanti amministratori locali: certamente uno tra il ripescabile nonantolano Stefano Vaccari e il castelfranchese Luca Sabattini dovrà rinunciarci e dovrà rinunciarci anche uno tra il carpigiano, non più dipendente Pd, Enrico Campedelli e l'eterno 'sindacodelterremoto' Filippo Molinari e dovrà rinunciare al rinnovo fors'anche Giuseppe Boschini.
Sta bruciando la possibilità di Davide Baruffi (unico ad essere stato immeritatamente escluso dalle ricandidature) di sostituire il neo parlamentare Andrea Rossi nel ruolo di sottosegretario di Stefano Bonaccini (vi sarebbe troppa Modena a Bologna) e stanno bruciando le ambizioni di una candidatura a sindaco di Andrea Bortolamasi (troppo di apparato per arginare le opposizioni) avvertito per tempo della debacle delle nomine renziane da Bonaccini stesso e per questo salvatosi in extremis dal maremoto delle candidature.
Bruceranno tantissime poltrone di sindaci di provincia (da Maria Costi a Formigine passando per Claudio Pistoni a Sassuolo) che il prossimo anno probabilmente verranno preferiti alle amministrative dai loro competitor griillini, leghisti o forzisti.
In questo contesto rischia di finire nel bruciatore anche la poltronissima di Giancarlo Muzzarelli. Il Pd (come ha spiegato il segretario provinciale Davide Fava) vorrebbe puntare ancora su di lui nel 2019 per il ruolo di sindaco, ma in molti proprio nel Pd sono pronti a scommettere che senza rinnovamento si andrebbe incontro non solo al ballottaggio, ma a sconfitta certa davanti alle armate (non importa quanto Brancaleone) del M5S e del centrodestra. E allora anche nel Pd soffia adesso forte il vento delle candidature civiche. Da sostenere senza se e senza ma. Ma civiche davvero. Per dare - almeno nei ruoli di vertice - l'idea di un cambio di passo non posticcio. Di una marcia in più concreta... per citare Giancarlo da Fanano.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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