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In quest'estate rovente alle prese con una normalissima crisi di governo (quante ne ha vissute d'estate il nostro Paese...) l'Italia si scopre più piccola e un po' più ridicola agli occhi del mondo.
Gli appelli accorati dei sindaci affinchè il Governo non cada, i titoli da Armageddon dei principali quotidiani nazionali, la derisione di ogni voce critica rispetto all'operato di Draghi sono lì a testimoniare tutta la debolezza di una Nazione talmente incapace di credere in se stessa da immolare le ultime briciole di dignità sull'altare di un ex banchiere.
E lui, l'ex banchiere, l'uomo amato dalla Nato e dall'Europa intiera, è lì in silenzio ad accogliere le suppliche e a valutare se concedere l'onore all'Italia di continuare a guidarla.
L'Italia, la culla del Rinascimento, l'Italia di Dante e di Leopardi, l'Italia della Cappella Sistina e del Cristo velato, l'Italia di Margherita Hack, di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone.
L'Italia di Enzo Ferrari. L'Italia povera, piena di contraddizioni e di baratri, troppe volte tradita, ma mai umiliata a questo punto. Umiliata così profondamente da non credere di poter sopravvivere senza un uomo della Finanza che mai si è nemmeno degnato di incontrare i cittadini in un incontro pubblico, in un palazzetto, in una piazza.
Ride il mondo di noi mentre con fare serio fa pressioni proprio per ottenere un rinnovo del Governo in carica, fregandosene delle nostre regole democratiche, fregandosene di quella democrazia sostanziale ormai svuotata da un parlamentismo fatto di tattica e strategia.
Ride l'Europa e ridono gli Usa. Ridono e osservano l'ultima fotografia pubblicata dalla capogruppo alla Camera di Italia Viva, l'ex influentissimo e potentissimo ministro Maria Elena Boschi. Lei, la Boschi, ritratta al fianco di un bambino che certamente non ha alcuna colpa e che quel cartello che porta al collo, con ogni probabilità, non lo ha scritto, ma la ricevuto già pronto con tanto di maiuscole.
Vittima di altri, strumentalizzato da altri.
Mascherina sul volto (il bambino) e il cartello al collo: 'Quando ero piccolo mi piacevano i maghi, oggi invece mi piace Draghi. Alle magie e alle favole non ci credo più. Perciò al mio futuro pensaci tu'. Sipario. E tutti a casa per fare i conti, da soli, con quell'angoscia di chi ha ormai compreso di non poterci fare più nulla. Abbiamo perso, abbiamo fallito. Forse ha ragione il bambino: Draghi pensaci tu a liquidare gli ultimi avanzi dell'Italia che è stata.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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