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Nonostante la mancanza di una rete civica, economica e temporale in grado di sostenere la candidatura a sindaco di Luca Negrini, a Modena provarci fino in fondo ad arrivare al ballottaggio è un dovere per il centrodestra. In assenza di finanziatori solidi, di accordi coi centristi di Azione e di copertura civica adeguata (lavoro che colpevolmente non è stato fatto dai vertici di Fdi, traino della coalizione), occorre sfruttare al massimo i due mesi e mezzo che separano dal voto in chiave puramente politica.
I veri punti di forza della coalizione, a dispetto dei limiti citati, oggi sono due.
Il primo è rappresentato dall'entusiasmo e dalla fiducia che, nonostante tutto, Negrini sta mettendo in campo, il secondo è la presenza di un'area moderata, guidata da Forza Italia, comunque in crescita sul piano nazionale, a differenza della crisi senza fine che sta vivendo la Lega.
Ecco allora che a Modena proprio sull'importanza del voto moderato il centrodestra dovrà puntare, valorizzando il ruolo di garanzia di Piergiulio Giacobazzi, unico esponente politico ad avere avuto il coraggio, nelle scorse settimane, di svelare senza tornaconti i meccanismi politici che hanno portato alle candidature in Emilia.
Il gioco di squadra Negrini-Giacobazzi, supportato dalla presenza dell'onorevole Daniela Dondi (la donna che è riuscita un anno fa nell'impresa storica di battere il centrosinistra nel seggio modenese), è l'unica freccia lasciata nella faretra del candidato sindaco.
Al momento però questa strategia per tentare la missione impossibile del ballottaggio contro la corrazzata di Mezzetti, regalando ai modenesi una alternanza che manca da 8 decenni, si scontra con l'esigenza di Fdi di portare voti al proprio candidato alle Europee (che si terranno insieme alle comunali), Stefano Cavedagna. Un obiettivo che il gruppo del senatore Michele Barcaiuolo è stato chiamato a raggiungere con precisi target numerici e che risponde a indicazioni precise del leader regionale Galeazzo Bignami. Del resto il non aver costruito una squadra modenese solida in vista delle Regionali è stato certamente poco gradito al viceministro il quale ora su Cavedagna pretende comprensibilmente risultati.
Il problema è che il voto disgiunto Europee-comunali è ovviamente complesso da spiegare agli elettori e quindi Fdi cercherà di attirare al massimo anche sulla propria lista alle comunali i consensi, a scapito degli alleati moderati e di Forza Italia in primis. Un meccanismo che starà a Negrini spezzare anche per arginare la lista civica fuori dalla coalizione, pensata da Gianpiero Samorì e guidata dalla professoressa Modena.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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