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E' stata una tornata elettorale disastrosa per Centrodestra e M5S, come ha scritto il direttore Giuseppe Leonelli. E' pur vero che erano in ballo piccoli o piccolissimi Comuni, dove, più che l'appartenenza, conta il candidato. Ma, Lega e Forza Italia in primis, devono riflettere. Per la scelta, evidentemente sbagliata, dei propri candidati. E soprattutto perché l'esito è in netta controtendenza con quanto è accaduto in lungo ed in largo per l'Italia.
L'aspetto più pesante, poi, che fa venire a galla la sconfitta elettorale e che accomuna Centrodestra e grillini, è l'assenza di classe dirigente, spendibile sui territori. Un problema, questo, particolarmente acuto a Modena, dove, come sappiamo, tra una decina di mesi si disputerà una battaglia politica epocale per la poltrona di sindaco. Un appuntamento a cui, però, M5S e Centrodestra rischiano di arrivare non adeguatamente attrezzati.
Sui Cinquestelle è presto detto: in questi anni hanno dimostrato scarsa maturità politica, in non pochi casi sono apparsi come una costola, seppur critica, del Partito Democratico e non si ha memoria di prese di posizione rivoluzionarie, attese invano dagli adepti locali di Beppe Grillo.
Forza Italia, invece, al di là della capacità di “essere sul pezzo” da parte di Andrea Galli, non ha messo in luce grande carattere, ostaggio com'è di una processo di balcanizzazione a cui i vertici locali pare non siano ancora riusciti a porre rimedio. La Lega, prima del commissariamento, rappresentava un buco nero della politica cittadina ed è ancora presto per dire se il lavoro dei commissari cittadino e provinciale porterà benefici anche elettorali ad un movimento che a Modena appare ancora con poche idee.
In questo quadro, M5S e Centrodestra è assai improbabile possano vincere al certo ballottaggio a cui assisteremo l'anno prossimo.
Considerando poi che Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia difficilmente potranno andare oltre il complessivo 30%, l'unica chance per giocarsela potrebbe essere quella di farsi affiancare da un listone civico formato da profili non banali, in grado di dialogare con “mondi” lontani dalle formazioni di centrodestra. O con “mondi” in fuga dal Pd. Che molto probabilmente sarà costretto a rimettere in campo Giancarlo Muzzarelli. Oltre al quale, oggettivamente, il Pd non ha alcun candidato con caratura e possibilità di successo. Basti pensare alla componente cattolica, rappresentata in città da Francesca Maletti, Fabio Poggi e Giuseppe Boschini. Un gruppo molto chiuso, autoreferenziale, con poca personalità politica: in questi anni si è infatti dimostrato innanzitutto incapace di arginare potere e protagonismo di Muzzarelli, preferendo allinearsi al verbo del Sindaco anche quando l'opportunità suggeriva di prenderne le distanze. Con la conseguenza – ed è questo l'aspetto più grave – che i cattopiddini locali non hanno fatto emergere una visione differente, almeno in parte, da quella muzzarelliana fondata sull'anacronistico connubio mattone e supermercati.
Allargando lo sguardo oltre il trio in salsa cattolica Maletti-Poggi-Boschini, si può tranquillamente affermare che Muzzarelli non ha potenziali competitor per la corsa alla ricandidatura. Né da parte di chi, inconsapevole di non avere il fisico del ruolo, sgomita goffamente da tempo, come la ricchettiana Ludovica Ferrari. E tanto meno da parte di uno dei polli d'allevamento del Pd, Andrea Bortolomasi in testa, per il quali il percorso in batteria di avvicinamento a ruoli di governo locale è probabile duri ancora alcuni anni.
Eli Gold
Eli Gold
Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett.. Continua >>