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Il PD fa schifo. Non lo diciamo noi, è quello che devono pensare i dirigenti del PD. Perché negli avanzamenti di carriera essere del PD - amministratori locali del PD, segretari del PD, militanti del PD, dipendenti regionali del PD - pare essere più uno svantaggio che altro.
È più o meno un anno da quando Stefano Bonaccini s’è visto sopravanzare nelle primarie nazionali da Elly Schlein, sua vice in Regione che s’è presa il PD senza avere la tessera del PD. Una sconfitta mai digerita a fondo, quella di Bonaccini – lo si percepisce nel vederlo sempre accigliato. E oggi a Modena e a Carpi il PD decide di candidare a sindaco due esponenti della sinistra senza la tessera del PD.
A Modena il PD, nonostante una decina di tesserati disponibili, candiderà Massimo Mezzetti. Già assessore regionale, Mezzetti viene dalla ditta ma non ha la tessera del PD.
E’ stato in Sel e per questo è più vicino all’area della Schlein. Tanto che è stato il “commissariamento di fatto” del segretario nazionale a sbloccare la candidatura di Mezzetti, azzerando le autocandidature degli altri. Con alcuni di essi che hanno fatto quasi tenerezza nella ricerca di firme e consensi nei circoli, come che lo statuto e il regolamento di un PD in liquidazione contassero davvero qualcosa. E come che le tessere, oltre al mantenimento di casse sempre più deficitarie, dessero davvero dei privilegi o dei poteri di scelta.
Stesso copione a Carpi, dove nonostante mesi di consultazioni interne il PD non ha indicato ufficialmente un proprio candidato, ma ha dovuto subire l’autocandidatura del dipendente pubblico Giovanni Taurasi. Che però dovrà soccombere amaramente nelle primarie di coalizione – se mai ci saranno davvero – contro l’architetto Riccardo Righi, giovane rampante senza tessera del PD.
Appoggiato da mezzo PD e da tutto il mondo esterno al PD.
Ma il punto non è l’età – Mezzetti ha il doppio degli anni di Righi; non è l’esperienza politica – Mezzetti fa politica da 40 anni, Righi da 4; non è l’esperienza professionale – Mezzetti non ne ha, Righi è architetto. Il punto è che la Schlein, dopo aver scalato il PD e battuto i tesserati nelle urne vere, vuole marcare sempre più la differenza con il PD. Inserendo nei posti di potere persone a lei affini, culturalmente e politicamente, e che non abbiano un trascorso nell’ultimo PD – quello democristiano puro, quello liberale, quello da Renzi in poi, per intenderci.
Ma se questo PD fa schifo allo stesso PD, perché non scioglierlo? Perché non è il momento. La Schlein ha una strategia. Vuole farlo diventare altra cosa, vuole sfruttare il declino di Grillo e fagocitare il Movimento 5 Stelle e vuole diventare la leader di quello che verrà dalla fusione. E in attesa del momento giusto, prepara il suo terreno.
Magath
Nella foto Muzzarelli e Mezzetti in una foto scattata oggi e pubblicata dal sindaco per 'benedire' il suo successore
Magath Ing
Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..
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