Fdi, dalla Sardegna alla Emilia: l'errore di Truzzu e la saggezza di Bignami
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Fdi, dalla Sardegna alla Emilia: l'errore di Truzzu e la saggezza di Bignami

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Secondo i bene informati, il 9 giugno sarà uno spartiacque per il controllo regionale di Fdi. E la musica cambierà davvero in vista delle Regionali


Fdi, dalla Sardegna alla Emilia: l'errore di Truzzu e la saggezza di Bignami
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Apparentemente, a un primo esame superficiale, ci sono somiglianze fra il meloniano cagliaritano Paolo Truzzu e il meloniano bolognese Galeazzo Bignami. Entrambi aspiranti candidati a Presidente nelle rispettive regioni. Il primo, imposto dalla Meloni, risultato non solo perdente, ma bocciato nettamente, con un risultato personale di gran lunga inferiore a quello delle liste che lo sostenevano. Il secondo, nonostante ripetute smentite, pronto per il dopo-Bonaccini – cercando, nel mentre, di evitare che il forte Bonaccini possa ottenere il terzo mandato.

In realtà le differenze tra i due sono diverse. Due per tutte: il fiuto politico e il consenso personale. Per candidare Truzzu è stata necessaria l’imposizione della premier Meloni, che ha scavalcato il territorio. Il sottosegretario Bignami, invece, è il territorio: in ogni elezione ha sempre e comunque fatto il pieno di preferenze personali, a suon di decine di migliaia.

Negli anni Bignami ha mostrato di avere tutto sotto controllo: è preparato, ha una struttura che risponde ai suoi ordini in modo quasi militare, nessuno in Emilia ne mette in discussione la leadership e, nei passaggi politici stretti, sa sempre scegliere al meglio tempi e modi. Partendo dalla destra, passando per An, per il Pdl, dopo aver portato i propri consensi a Forza Italia, è poi rientrato nel partito della Meloni giusto nel momento del passaggio dal 4 al 30%. Il volto di Bignami è il volto della destra in Emilia Romagna e nessuno lo discute. E, anche per questo, il sottosegretario sa quando è ora di restare fuori dai problemi. Per questo tra un anno difficilmente, pur rinunciando con sacrificio, si candiderà alla presidenza della Regione Emilia Romagna in prima persona.

Per questo oggi, in una fase elettorale così complessa, nella quale vanno scelte le principali candidature creando infiniti mal di pancia nei territori, ha lasciato tutti gli oneri al fidatissimo modenese Michele Barcaiuolo.

E, come previsto, i problemi politici non sono mancati.
Si pensi al pasticcio della candidatura della dottoressa Modena a Modena, già discussa, se non concordata, fra Barcaiuolo e il vicesegretario nazionale Dc Gianpiero Samorì, ma saltata perchè sgradita al resto del suo partito e agli alleati, eppure ancora in campo in solitaria. E ancora: a Modena non si trova la quadra fra i due candidati possibili, Piergiulio Giacobazzi e Luca Negrini, non si trova pace nemmeno a Sassuolo, né a Reggio Emilia, né a Carpi, con malumori continui più o meno malcelati. Fatto sta che le principali candidature, che dovevano essere chiuse e annunciate da Barcaiuolo per il 14 febbraio, ancora non sono state ufficializzate e ormai si passa da San Valentino alla Festa della Donna. Un ritardo a dir poco vistoso, soprattutto se si considera che il Pd ha già iniziato la propria campagna elettorale.

Di tutto questo Bignami ne è ovviamente consapevole. E quello che ha capito è che al di là di eccezionali colpi di fortuna, la carriera politica è molto più agevole quando non si ricoprono incarichi locali nelle strutture del partito. Specie laddove si perde. Per questo, secondo i bene informati, il 9 giugno sarà uno spartiacque per il controllo regionale di Fdi. E la musica cambierà davvero fra un anno, quando ci saranno da comporre le liste che contano davvero: quelle per i posti al regionale.

Eli Gold

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Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett..   Continua >>



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