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Adesso per il Pd è davvero in salita, sardine o non sardine. I 5 Stelle con un inaspettato atto di dignità (o di contestazione rispetto al capo politico Di Maio) hanno scelto di correre in Emilia Romagna. Sarà una corsa di rappresentanza, difficilmente il Movimento supererà la soglia del 10 per cento, ma certamente renderà estremamente più complicata la corsa, già difficile, del Pd di Stefano Bonaccini. Bonaccini che sui social continua a ostentare certezze e a garantire 'ce la faremo', ma che è ben consapevole che in politica i numeri sono numeri e con tre poli il centrodestra avrà vita facile.
Il Pd dal canto suo ci ha provato in tutti i modi a intercettare l'elettorato grillino in caso di desistenza, a Reggio ha arruolato nelle fila dell'alleato Verdi l'ex 5 Stelle Gianluca Sassi e a Modena, con una mossa spericolata, ha candidato in lista il capo 5 Stelle locale Piergiorgio Rebecchi.
Tutto inutile. Perchè la base 5 Stelle ha deciso di reagire, un ultimo canto del cigno prima dell'inevitabile fine del partito dell'Uno vale uno. Una scelta dignitosa che in qualche modo sana le tante promesse calpestate e i valori traditi dal Movimento a Roma come a Modena (dal 'no ad alleanze' al mandato zero, passando per decreto sicurezza e sì alla Bretella...).
Chi oggi festeggia è certamente il centrodestra di Lucia Borgonzoni che con il suo fare sorridente e pacato è riuscita sinora a compensare le lacune tecniche e il gap di esperienza rispetto a Bonaccini che sul trono di presidente della Regione siede da 5 anni. Sorride la Borgonzoni: d'ora in poi non dovrà fare null'altro che evitare scivoloni (tipo quello del confine col Trentino). Basterà probabilmente una campagna sobria, con Salvini al fianco nel nuovo look dolcevita, per arginare l'irruenza e l'aggressività di Bonaccini palestrato in veste Rocky.
Lo spauracchio del fascismo, gridato con la vena grossa al collo, il puntare il dito contro i barbari invasori (beninteso anche lo fossero) non rappresentano più un’arma convincente e il movimento della sardine appare alla lunga una lancia spuntata.
Il Pd in Emilia Romagna doveva accorgersi prima che qualcosa non andava, che il Sistema chiuso e autoreferenziale della sinistra mostrava la corda, proprio perchè il sogno egualitario di sinistra era stato calpestato dalla smania di potere fine a se stessa. Un potere da difendere a tutti i costi, quasi fosse roba di proprietà, garantito alla sinistra per diritto divino e non dalla democrazia. Doveva capire prima, il Pd, che il Bengodi emiliano raccontato, ostentato, gridato nelle piazze, era una favoletta per bambini. Come quella della Regione meglio amministrata nell'intero bacino del Mediterraneo...
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>