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I modenesi a Roma, una foto da fine impero, da Grande bellezza

I modenesi a Roma, una foto da fine impero, da Grande bellezza

Clientelismo. Nomine di amici, Sistema coop-Pd-istituzioni, gestione del potere in quanto tale, un potere che più si indebolisce più si chiude in se stesso


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La foto di gruppo della delegazione modenese Pd oggi a Roma per la proclamazione di Matteo Renzi a segretario del Partito democratico fino al 2021 (arrivarci...) racchiude lo spaccato del potere (e contropotere ma sempre interno al potere) a Modena. Al netto di qualche assenza importante. Davide Baruffi per gli orlandiani e Stefano Bonaccini per i renziani (entrambi comunque a Roma)  e Giancarlo Muzzarelli impegnato in cerimonie modenesi varie, questa foto è l'emblema del gotha del Pd locale. Ci sono i vecchi e i giovani, i volti già visti e quelli appena apparsi sulla scena politica modenese. Matteo Richetti coi suoi fedelissimi (Giulia Pigoni, Fabio Braglia, Ludovica Carla Ferrari, Paolo Negro e Umberto Costantini), la cattolica non richettiana, dimessa-non dimessa, contro-ma anche a favore (Francesca Maletti), la ex bersaniana convertita (Giuditta Pini), il braccio destro di Bonaccini (Andrea Bortolamasi), gli orlandiani (Luca Sabattini, Stefano Vaccari e Luciana Serri).

Ci sono tutti. Ognuno con la sua storia personale, con le sue ambizioni, i suoi limiti e i suoi compromessi. Alcuni migliori altri peggiori (e ovviamente il giudizio dipende, come sempre, dagli occhi di chi guarda).

Ma è l'insieme che stride.
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Al di là dei sorrisi, degli slogan, degli hashtag #andiamoavanti e #siamochisiamo, l'impressione è di essere davanti a una di quelle foto di fine anno... Di fine gita, di quinta liceo... Sì, non di inizio, ma di fine. Un clima che ricorda i trenini della Grande Bellezza di Sorrentino, quando si continua a ballare su una Roma ormai in rovina.

Ecco l'impressione è quella. E non bastano le canzoni ottimistiche di Ligabue, il grande palco, la solita verve (indiscutibile) di Renzi. C'è una sensazione di fine in questa foto e in questa Assemblea nazionale Pd. Saranno forse le parole pronunciate oggi sul palco da Orlando, non tanto quelle su Bersani, ma quelle sul clientelismo Pd, a regalare questa amara impressione: 'In larga parte del Paese - ha detto Orlando - noi abbiamo assunto le peggiori prassi della politica: il clientelismo, il nepotismo. L'idea che il consenso si costruisca con il potere'. 

Sì è verissimo. Il Pd, anche a Modena, è questa roba qua. Da tanto, troppo tempo. Clientelismo. Nomine di amici, Sistema coop-Pd-istituzioni, gestione del potere in quanto tale, un potere che più si indebolisce più si chiude in se stesso.

E allora il cerchio si ricompone, tassello per tassello, e quella foto, per quanto sorridente, è (o potrebbe essere) solo un triste ultimo scatto.

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visigoti, unni, ostrogoti. E a indossare la maschera di Odoacre è già pronto Beppe Grillo e la sua truppa di adepti. 

Giuseppe Leonelli

 

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