I sacerdoti del 'Slava Ukraïni' ora attaccano anche il mite portavoce di Muzzarelli
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I sacerdoti del 'Slava Ukraïni' ora attaccano anche il mite portavoce di Muzzarelli

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Ogni minimo dissenso per i giacobini della 'Nato ora e sempre' è da leggersi non come libera espressione, ma come un verbo prezzolato direttamente dallo zar Vladimir, principe delle tenebre e signore del Male, nemesi della bontà rappresentata da Volodymyr, il più amato dagli italiani e dalla premier Meloni in testa


I sacerdoti del 'Slava Ukraïni' ora attaccano anche il mite portavoce di Muzzarelli
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Non basta aver ottenuto la cancellazione di un evento pubblico in una sala regolarmente affittata, evento peraltro già realizzato in modalità simili senza alcuna polemica in passato. Non basta aver costretto il sindaco di Modena a una imbarazzante piroetta e a una forzatura del Regolamento comunale. I sacerdoti del 'Slava Ukraini', dell''armiamo l'Ucraina fino ai denti e fino all'ultimo giorno di vita sulla faccia della terra', della 'Pace che si ottiene solo con missimi e carri armati', ora se la prendono anche con il mite portavoce del sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli. La compagine che va da Fdi al Pd, passando per Azione e Forza Italia è coesa e senza dubbi di sorta: o si è con Zelensky anima e corpo, o si adora la sua icona in maglietta o si merita di bruciare nella Geenna della perdizione eterna.
Non esistono sfumatore, non esiste dialogo.



La vittima di cotanta foga stavolta è Stefano Bellentani. Giornalista 44enne, da sempre al fianco di Muzzarelli dai tempi dell'assessorato in Regione Emilia Romagna. Profilo basso, schivo, sempre lontano dall'apparire, moderato e mai scomposto, Bellentani ha avuto la terribile colpa di aver pubblicato su Twitter alcune riflessioni disallineate rispetto al racconto della santificazione di Zelensky. Nessuna difesa del leader russo, sia chiaro (e ci mancherebbe), ma semplicemente qualche lieve ombra sulla politica dell'Ucraina.

Tanto è bastato ieri per ricoprire il dottor Bellentani di critiche sui social, di accuse di filoputinismo e di retropensieri sulla sacrosanta scelta iniziale di Muzzarelli (poi smentita) di non negare la sala all'evento dell'associazione filorussa.
Una raffica di attacchi, sfociati in richieste di dimissioni (e perchè non la lapidazione?), tale da averlo costretto a chiudere il suo profilo social.
Ma cosa aveva detto di così grave Bellentani? 'L’Ucraina è pronta per entrare in Ue, tranne qualche piccolo dettaglio: i partiti di opposizione sono stati sciolti, c’è già la legge marziale, i confini non sono sotto controllo, la corruzione è diffusa a ogni livello di governo, sarebbe per distacco il paese più povero' - ha scritto ad agosto 2023 il portavoce del sindaco. E ancora un mese fa: 'Zelensky è passato da ‘vinceremo la guerra’ a ‘nonostante gli insuccessi l’Ucraina non si arrenderà. Non ci stiamo ritirando, sono soddisfatto, tuttavia stiamo perdendo persone, e di questo non sono soddisfatto’. Purtroppo per il popolo ucraino, è stato ingannato e sappiamo da chi'. E tre giorni fa: 'Zelensky sta mandando al fronte disabili e malati gravi (ciechi da un occhio, parkinson, mani paralizzate)...'.

Parole che appaiono più come notizie che come commenti, ma tanto è bastato. Contro il furore del politicamente corretto non vi è scampo. Contro l'idea che l'unico modo per ottenere la Pace sia distruggere la Russia intera nulla si può. Ogni minimo dissenso per tali giacobini della Nato ora e sempre è da leggersi non come libera espressione, ma come un verbo prezzolato direttamente dallo zar Vladimir, principe delle tenebre e signore del Male, nemesi della bontà rappresentata da Volodymyr, il più amato dagli italiani e dalla premier Meloni in testa.
E di tutto questo, anche il mite Stefano Bellentani ne ha fatto le spese.
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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