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Un mese fa, alla fine di marzo, l'Amministrazione comunale di Modena aveva ottenuto che l'approvazione del bilancio di previsione che definimmo 'dell'altro mondo', (perché scritto prima dell'emergenza e conseguentemente sganciato dalle esigenze che da li a poco l'emergenza avrebbe generato), avvenisse di fatto senza dibattito, o meglio con un dibattito ridotto all'osso, sicuramente non adeguato a quello che un bilancio, ovvero il documento tecnico e politico più importante dell'anno, avrebbe richiesto. All'opposizione venne anche chiesto di limitare al minimo, se non di rinunciare, agli emendamenti. Così fu. Con l'impegno assunto dall'Amministrazione stessa, ad 'aggiustare il tiro' nei mesi successivi, tenendo conto delle mutate condizioni generate dal coronavirus. Il Bilancio fu approvato, con una opposizione annientata a tavolino, senza nemmeno giocare la partita.
E' passato un mese ed il consiglio comunale di Modena è rimasto fermo. Involuto su se stesso. In una silenziosa autoquarantena politica.
Specchio senza riflesso di in un imbarazzante silenzio della giunta e della maggioranza di governo, rotto soltanto da alcuni like su FB e da veline stampa su argomenti che quasi sempre, poco o nulla hanno avuto a che fare con ciò di cui la giunta, doveva parlare: un dibattito con l'opposizione su come cambiare un bilancio che mette più tasse anziché toglierle e che non risponde più alla realtà stravolta dal coronavirus. Parlare, appunto e confrontarsi. Per compiere scelte importanti. Quelle alle quali oggi sono chiamati, nei diversi livelli, tutti gli amministratori pubblici. Come rispondere alle migliaia di piccoli imprenditori e commercianti preoccupati di non riaprire più, disorientati di fronte alle contraddizioni (che a Modena sono soprattutto silenzi) di un governo della città che il virus ha reso evanescente. Senza smalto. Senza politica. Impalpabile. Parlare della tragedia che si è consumata nelle case protette della città.
Parlare e discutere, almeno con l'opposizione, dei temi fondanti della politica ai tempi del coronavirus nel luogo della massima rappresentanza istituzionale della città : il consiglio comunale. Ma nulla di tutto ciò è stato fatto. E nulla di ciò continuerà ad essere fatto, anche oggi.
La conferma, nell'ordine del giorno del consiglio comunale. Convocato il mercoledì e non il giovedì per farlo combaciare proprio con il giorno 22, giorno della liberazione di Modena. Motivo nobile, certo, ma pare anche funzionale soprattutto a cancellare, ancora una volta, il resto. Partendo dalle interrogazioni, comprese quelle sulle case residenziali per anziani, in elenco ma, alle quali nessun assessore risponderà in aula, arrivando alla discussione sui temi focali e fondanti dell'emergenza coronavirus e del bilancio. Sul primo, come detto, la discussione di oggi sarà infatti limitata ad una comunicazione del sindaco senza contradditorio e dibattito. Sul secondo, la presentazione di una variazione sul bilancio da parte dell'assessore Cavazza. Già decisa ed approvata in giunta. Da giorni. Solo da passare e fare ratificare ad un consiglio ridotto a passacarte.
A Modena, oggi, sarà celebrato questo. La fine del confronto. La fine della politica. Con una giunta organo di governo che sull'onda del coronavirus, ha ridimensionato fino ad annullarlo, il ruolo stesso del consiglio comunale. Festeggiando oggi la liberazione, liberandosi dell'opposizione.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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