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La casa comprata all'Abitcoop e la dichiarazione dei redditi alla Cna. Il conto corrente e qualche azione in Bper e la spesa la domenica all'Iper. D'estate i concerti gratuiti e le cene con salsiccia e polenta alla Festa dell'Unità e la domenica pomeriggio il caffè all'Arci. L'aiuto per l'associazione di volontariato che arriva dalla Fondazione Cassa di Risparmio e se le cose vanno male sul posto di lavoro... c'è la Cgil. Il figlio da sistemare con un'amicizia in Comune o nel partito (che più o meno sono la stessa cosa) e per chi vuole sentirsi 'ribelle' c'è anche il Comitato spontaneo, comunque governato dal partito. E poi il datore di lavoro: chi non ha in famiglia un dipendente del Comune, di una ex municipalizzata, dell'azienda sanitaria i cui vertici sono nominati dal partito o di una coop che con il Comune (governato sempre dallo stesso partito) lavora? E ancora: l'informazione.
La tv locale Trc (in semi-monopolio) edita dalla Coop e i giornali di carta in perenne crisi economica legati alle esigenze di inserzionisti (quasi sempre vicini allo stesso partito) che con la scusa della pubblicità 'pagano' la libertà di stampa.
Il Sistema-Modena si regge su questo. Lo svago, i rapporti di lavoro, i legami economici, le tutele, il momento dell'acquisto, l'informazione, finanche il bisogno di dissentire. Tutto è governato dal Sistema che da 70 anni detiene il potere nella nostra provincia. Una rete talmente fitta da calzare come un vestito sulla città. Sui suoi luoghi fisici e culturali (una cultura ovviamente tarata ad hoc). Tutto si tiene e gli anticorpi del Sistema, non quelli contro la mafia ma quelli per difendersi dalle voci critiche, dal pensiero libero, sono allenati e reattivi. Anche oggi che la inevitabile crisi di consenso sta minando il Sistema nelle sue stesse fondamenta.
Nulla di nuovo del resto. Gli anticorpi sono sempre gli stessi: delegittimare, deridere e screditare in ogni modo le voci fuori dal coro. Fare spallucce di fronte alle evidenti storture che il Sistema ha creato. La foto che ritrae il sindaco di Modena inaugurare un ponte costruito dall'azienda (la Aec) che costruisce mezza Modena, una azienda che ha come revisore la moglie del sindaco, che ne ha finanziato la campagna elettorale, azienda che mentre era coinvolta nell'inchiesta cemento-farlocco vinceva un appalto assegnato dalla Provincia governata dal sindaco stesso? E' una foto ridicola. Questa la risposta del Sistema. E non si argomenta neppure. Va bene così. Va bene così per il Mata dove il sindaco ha affittato uno spazio a una società (quasi fallita) composta da chi ne sovvenzionò la campagna elettorale (in primis la Cmb). Si vada in procura a denunciare... Già la procura...
E si torna con la mente ai racconti di quegli anni d'oro. Quando il Sistema era sì forte, ma rispecchiava un sentire popolare. La voglia vera di una città di risorgere dagli orrori del fascismo e dalle storture di un cattolicesimo bigotto e conservatore. Le case del Popolo, il lavoro gratis per il Partito, le grandi adunate con le bandiere rosse, i funerali con Bella Ciao. Quando la destra faceva la destra ed essere contro voleva davvero dire essere di sinistra. Prima che la rete fitta fitta avvolgesse tutto, ribaltasse la realtà e facesse dimenticare da cosa si era partiti. Come la nebbia. Peggio della nebbia.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>