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In fila davanti alla farmacia: vaccinati e non vaccinati in una società allo sbando

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Sono i marciapiedi davanti alle farmacie i nuovi avamposti dei gironi infernali creati dal Governo italiano per (non) gestire l'emergenza Covid


In fila davanti alla farmacia: vaccinati e non vaccinati in una società allo sbando
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In fila davanti a una farmacia con tosse, raffreddore, con figli positivi a casa e nonni in macchina ad attendere. In fila ad aspettare un tampone rapido il cui esito era - fino a poche settimane fa - troppo incerto per poter essere sufficiente e che oggi improvvisamente, poichè lo Stato non ha più la forza di fare i molecolari, offre la certezza dell'essere positivo o negativo. Indipendentemente dai sintomi.

In fila, mescolati, spesso senza distanziamento alcuno, spesso costretti a sfiancanti attese. In fila appiccicati, intirizziti, con a malapena una mascherina sulla bocca, mentre la tv continua a trasmettere immagini di medici e infermieri vestiti come dovessero andare su Marte. 'Io ho fatto la terza dose due settimane fa - dice un uomo con gli occhiali sulla testa pelata -, ma sto male. I miei figli a casa sono positivi'.

Lo dice candidamente. La farmacista lo guarda, gli dice che coi sintomi non bisogna lasciare casa. E allora si alzano altre tre, quattro mani. 'Qui tutti hanno sintomi' - dice qualcuno dalla fila. I tamponi positivi sono una marea, la privacy non esiste. I nomi vengono detti ad alta voce. Ormai vale tutto. Succede in un Comune alla periferia di Modena, ma è una scena che - come ci scrivono molti lettori - si ripete. Tutto, pur di andarsene da quella maledetta fila. Per tornarsene a casa dove si attenderà, spesso invano, per giorni una telefonata dall'Ausl, con quarantene (e lo testimoniano ancora una volta le lettere che giungono in redazione) che durano anche 20-25 giorni. Settimane di silenzio, senza che una voce al telefono dica cosa fare.

Ed è davanti a quelle farmacie che si respira il fallimento di un modello sociale.

Anche al di là dell'assurdità del Green Pass. Vaccinati e non vaccinati, insieme, in fila per motivi diversi. I primi perchè malati o conviventi di malati o per ottemperare a obblighi che rendono la triplice vaccinazione inutile, i secondi, a volte anche loro malati, spesso costretti al test per poter lavorare. Ovviamente finchè il test sarà sufficiente, finchè il Governo non deciderà che il tampone non basterà più per poter godere del diritto al lavoro. Per sostenere la propria famiglia. Finché il Governo non deciderà che insieme in fila si può stare, ma al lavoro no. Nemmeno col tampone. I primi liberi, i secondi definitivamente emarginati.

Allora sono davvero i marciapiedi davanti alle farmacie i nuovi avamposti dei gironi infernali creati dal Governo italiano per (non) gestire l'emergenza Covid che, intanto, fregandosene delle ideologie e dei green pass per 'immunizzati' è tornato a riempire gli ospedali. Avamposti che hanno sostituito le vergognose code chilometriche davanti agli hub vaccinali di cui abbiamo dato conto tragicamente, il tutto in un Paese col record di persone vaccinate, alle quali era stata promessa l'immunità ed invece è stata consegnata la fila. Davanti alle farmacie, appunto. Farmacie, avamposti di una società impaurita, terrorizzata e in balia della sempre nuova, ennesima, decisione presa a Roma da qualcuno che può permettersi di prenderla, quella decisione, proprio facendo leva sulla paura.
Giuseppe Leonelli

Foto Italpress

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