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'Lo dico e lo nego...'. La libertà di plastica del modello-Emilia

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Cosa vi è da temere oggi a Modena e in Emilia? Quali sono le conseguenze e i rischi che si corrono criticando il modello di governo attuale?


'Lo dico e lo nego...'. La libertà di plastica del modello-Emilia
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Spesso mi tornano alla mente le parole di mio padre quando mi parlava della sua terra, l’Emilia, e della sua città, Modena. Era profondamente orgoglioso del luogo in cui era nato e cresciuto: lo descriveva con passione in animate discussioni con parenti e amici non emiliani. Per lui questa era davvero la terra del buon governo, della giustizia Giusta, delle tasse pagate da tutti a fronte di servizi eccellenti, con opportunità accessibili a chiunque. Insomma una terra, a sentire le parole di mio padre, forse allora davvero governata dai migliori, un luogo in cui chiunque aveva la possibilità di realizzare qualcosa anche dal punto di vista economico. Proprio come fece lui, artigiano, che iniziò la sua attività negli anni '50 alla Crocetta. Fiero cittadino, fino alla morte ha creduto in quel racconto o ha cercato di credere, vedendone negli anni le prime crepe e scricchiolii.


Guardando oggi quel territorio ritrovo poco o nulla di quanto descritto dalle parole di mio padre. Come in un uomo anziano, nel quale si ritrovano a fatica, tra le rughe del tempo, i segni di una bellezza passata.

Certo il mondo è cambiato e forse non è corretto paragonare due momenti storici così differenti. Ma certo anche quello vissuto da mio padre e da tutta quella generazione (peraltro quella che oggi più sta pagando in termini di sofferenza e vite umane a causa del virus) non era un momento facile. La guerra era superata solo da qualche anno e tutto era da costruire.
Ora le nostre guerre e ricostruzioni sono altre, non meno impegnative probabilmente e la gestione di questa pandemia ha messo in evidenza tutte le fragilità di un sistema di governo.

E' vero, quando ci si trova a dover affrontare situazioni inaspettate ci si scopre sempre nudi, ma la certezza nell'avere i migliori ad affrontare certe situazioni potrebbe un poco rassicurarci. Ed è questa una delle più evidenti differenze col passato. Oggi i migliori li abbiamo sacrificati, preferendo a loro i più furbi. Preferendo alla meritocrazia un sistema clientelare che premia i fedeli e spesso punisce severamente le menti migliori perché non riconducibili a logiche di appartenenza. Abbiamo sacrificato i migliori prima sull'altare di mere dinamiche economiche di partito, poi sull'altare ancor più paradossale della logica dell'uno vale uno.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Certo una grossa responsabilità e attribuibile alla politica e alla stagione post Mani Pulite, ma non di meno ogni cittadino ha la sua parte di responsabilità.

Ciò che più mi sorprende ogni volta, e mi lascia senza parole, in questa terra dove ancora oggi si sbandiera l'antifascismo come un totem e si utilizza il fascismo come un'arma da scagliare addosso a chiunque la pensi in maniera diversa, è vedere come tante persone siano sinceramente spaventate dall'esprimere il proprio pensiero.

Quante volte, anche attraverso l'osservatorio rappresentato da questo giornale o dal mio ruolo in associazioni di rappresentanza, ho sentito pronunciare frasi che ricordano più la Sicilia raccontata da Sciascia che l'Emilia presa a modello del Paese. 'Lo dico qua, ma lo smentisco”, “mi raccomando voglio rimanere anonimo”, “non voglio si sappia che ci conosciamo”, “raccontalo tu che sei una battagliera”, 'non posso espormi perchè devo poter lavorare'...

Questa doppia morale, questa esigenza di criticare sinceramente in privato e lodare supinamente in pubblico credo sia lo specchio della profonda mancanza di libertà che oggi caratterizza la terra emiliana. Una libertà di facciata, di plastica che si scioglie alla prima prova.
Ma perché oggi tante persone non si sentono libere di esprimere il proprio dissenso? Sia chiaro non voglio scagliare la croce su nessuno e rispetto le paure di tutti. Il problema è un altro. Cosa vi è da temere oggi a Modena e in Emilia? Quali sono le conseguenze e i rischi che si corrono criticando il modello di governo attuale?

Non voglio credere che le istituzioni a servizio della città e della legalità possono essere usate, come alcuni cittadini affermano, per penalizzare chi esprime un dissenso. Non voglio pensare che non siano date uguali opportunità a chi non fa parte del gruppo del pensiero dominante e non voglio credere che la tanto sbandierata legalità declinata in tutte le sue eccezioni sia legata a storture simili. Perchè, sarò ingenua, ma voglio nonostante tutto essere convinta che, magari sotto la polvere che si è posata negli anni, Modena e l'Emilia abbiano ancora le stesse potenzialità che fecero innamorare mio padre.

Cinzia Franchini

Foto Frizio

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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