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A Irene Guadagnini, insegnante di italiano e attrice, Muzzarelli oggi assegna le deleghe a partecipazione e quartieri, alle pari opportunità, alle politiche giovanili e alle relazioni internazionali. Ma non alla Cultura che resta nelle mani, criticatissime, di Gianpietro Cavazza, laureato in Scienze Agrarie
A Ludovica Carla Ferrari, laureata in progettazione e gestione degli ecosistemi agroterritoriali, vanno invece le deleghe minori alle attività economiche, turismo e promozione della città, servizi demografici e polizia mortuaria, statistica. Con l'avvocato Andrea Bosi al bilancio.
E' questa la giunta delle meraviglie pensata da Muzzarelli, dove le competenze (come fu per Vanni Bulgarelli in Seta) sono un optional.
Ma al di là delle deleghe sarà ora divertente assistere ai nuovi scontri in giunta tra le due donne di Muzzarelli: la neo pupilla Irene e l'ex delfina Ludovica. Irene l'attrice, l'asso nella manica a lungo tenuto nascosto dal sindaco per accontentare tutti (orlandiani, malettiani, bersaniani.
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) e Ludovica, la ex prediletta, ora odiatissima, ma salvata dal sindaco, feroce Barbablù, solo in virtù della protezione offerta alla assessore da Matteo Richetti, nuovo potente leader renziano modenese, principe azzurro in cavallo bianco e camicia bianca.
Sarà scontro vero tra Irene e Ludovica. E voleranno parole. Non solo 'traditori' e 'pappagalli', ma come nelle più classiche tragedie greche assisteremo a drammi e duelli, travolgenti passioni e lacrime o come negli spettacoli d'avanguardia a silenzi e strepiti o nella più spinta tradizione trash a lotte nel fango e insulti.
Sul palco della politica cittadina si esibiranno nel teatrino di sempre nuovi attori. Di professione addirittura. Che a vedere il novello spettacolo lo scontro tra Francesca Maletti e Giancarlo Muzzarelli di due anni fa è roba da principianti.
Tutto fino a quando si spengono le luci e finisce il teatrino, i finti scontri interni al Pd per distrarre il pubblico si affievoliscono e, chi comanda a Modena, come avvenne per i malettiani, può continuare a comandare, spartendosi la torta. Quella vera. Non quella di cartapesta del teatro.
Giuseppe Leonelli