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Col centrodestra ancora diviso sul nome del leghista Prampolini imposto dall'ex Msi Vernole (in campo l'ipotesi Maria Grazia Modena sostenuta da una fetta di Forza Italia), l'unica certezza in vista del voto a Modena contro la corrazzata di Muzzarelli era la candidatura di Pier Giorgio Rebecchi per il M5S (nome votato alla vigilia di Natale dagli attivisti modenesi).
Ora anche questo punto fermo si sgretola. L'avvocato Rebecchi, grillino della prima ora esponente dell'ala più moderata del Movimento, è infatti pronto a fare un passo indietro, lasciando spazio agli altri due nomi (nettamente meno conosciuti) sinora in campo: Maurizio Bruno (dipendente Maserati) e Andrea Giordani (esponente del Comitato di viale Gramsci).
Il motivo di questo improvviso ripensamento di Rebecchi? Il no arrivato proprio ieri da Roma all'ipotesi (lanciata mesi fa dallo stesso leader regionale Bugani) di aprire il M5S, in vista delle elezioni di maggio, ad alleanze con le forze civiche.
In primis, a Modena, alla sinistra di Volta Pagina guidata da Chincarini-De Pietri-Turci, ma anche alla lista che potrebbe formare il ribelle Tesauro.
L'idea di allearsi coi civici era sostenuta a Modena, per ragioni diverse, da entrambe le ali storiche del Movimento. Sia, per intendersi, dai grillini tradizionalisti di Bortolotti (anima più scontenta nel gruppo modenese), sia dai 'governativi' di Rebecchi. I primi alla ricerca di una strategia allargata a sinistra, i secondi per ragioni meramente elettorali. Per essere chiari: Rebecchi sa che senza appoggi civici il Movimento non ha speranze di andare al ballottaggio a Modena e così col 'no' giunto da Roma ha deciso di sfilarsi. L'idea di arrivare terzo dietro a Muzzarelli e Lega (o viceversa) a Rebecchi proprio non piace.
Questa la situazione attuale, ma le trattative sono in corso.
Portavoce di questo rapporto con Di Maio è stato sinora il senatore Gabriele Lanzi il quale rappresenta certamente la corrente più schienata sul Governo e schiacciata anche sulle posizioni leghiste di Salvini, tanto criticate dalla base. Perchè, ovviamente, il dato non è solo tecnico: aprirsi ai civici, a Modena come altrove, spesso significa aprirsi alla sinistra ferocemente anti-Lega. E quindi mettere in discussione il contratto nazionale che, in particolare sul Decreto sicurezza, già vacilla.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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