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'A saper bene maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente', diceva Azzeccagarbugli al povero Renzo colpevole di credere nella giustizia.
Una massima eterna che vale ai tempi di Alessandro Manzoni così come oggi. A saper maneggiare le leggi, e di conseguenza i numeri, non vi è più nulla di oggettivo e tutto può essere piegato alla convenienza di chi parla. L'ultimo esempio riguarda il caso delle dimissioni da presidente della Regione Emilia Romagna di Stefano Bonaccini.
In vista del voto Regionale di metà novembre la sfidante di centrodestra del possibile successore di Bonaccini, Elena Ugolini, ha fatto notare come Bonaccini stesso abbia costretto con la sua scelta di candidarsi in Europa i cittadini emiliano-romagnoli al voto anticipato.
Una cosa evidente a tutti, eppure il neo parlamentare Ue Bonaccini stesso riesce nella magia di smentire questa banale tautologia.
Scrive Bonaccini: 'Ugolini mi accusa di aver costretto l’Emilia-Romagna al voto anticipato per volontà di carriera. Le segnalo che io fui eletto la prima volta nel novembre del 2014 e si andrà al voto nel novembre del 2024, esattamente dieci anni dopo, cioè due legislature'.
Quindi dove sta la verità? Dieci anni sono due legislature e quindi Bonaccini ha ragione? Quindi non vi è alcun voto anticipato?
No, non ha ragione, perchè nonostante il 'maneggiar di grida' una oggettività esiste. Non sempre, ma a volte esiste. E quando esiste, quando si ha la fortuna di sapere come stanno le cose, è giusto dirlo, quantomeno per strappare un pezzo di verità dalla palude del nulla relativista.
Ecco come stanno le cose.Primo fatto: Stefano Bonaccini - nonostante la sua promessa di restare in carica fino all'ultimo giorno per il patto siglato con gli emiliani (qui video) - si è dimesso anzitempo, esattamente il 12 luglio scorso, circa sei mesi prima della scadenza naturale.
Secondo fatto: con le dimissioni di Bonaccini, la stessa Giunta regionale è decaduta e l'Assemblea Legislativa sciolta (qui). Sia la prima sia la seconda rimangono in carica per garantire gli affari correnti e la gestione ordinaria dell'Ente, la cui attività entra così in una fase di affievolimento dei poteri fino allo svolgimento delle prossime elezioni regionali. In questa fase, gli atti adottati dovranno rispettare i limiti dell’ordinaria amministrazione, dell’urgenza e della indifferibilità. Irene Priolo, ha assunto le funzioni attribuite al Presidente della Regione fino all’insediamento dei nuovi organi. Le prossime elezioni devono svolgersi entro massimo cinque mesi dalle dimissioni del presidente.
Terzo fatto: il fatto che si sia votato a novembre 2014 non significa nulla perchè le ultime elezioni regionali in Emilia-Romagna si sono svolte il 26 gennaio 2020, di conseguenza per completare due legislature si sarebbe dovuto votare nel 2025, non a novembre 2024 come già annunciato dalla Priolo.
I fatti sono questi, poi ci sono le magie verbali. Ma una magia, per quanto gridata, per quanto applaudita da una folla innamorata, resta solo un trucco.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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